Un pil da prefisso telefonico

TPS prevede un'Italia dimezzata. Un anno e otto mesi di buona congiuntura sprecati

Francesco Forte

Secondo il ministero dell'Economia, il nostro prodotto nazionale quest'anno aumenterà soltanto dello 0,6 per cento, anziché dell'1,5. A causa di ciò il gettito fiscale non aumenterà in quantità tale da consentire un rapporto deficit/pil del 2,2 per cento. Per conseguenza il rapporto peggiorerebbe al 2,4. Cioè: il livello lasciato da Berlusconi. Il messaggio che viene trasmesso al paese è di un anno e otto mesi di buona congiuntura sprecati dal governo Prodi per quanto riguarda l'obbiettivo di raggiungimento entro il 2010 del quasi pareggio di bilancio concordato con Bruxelles.

    Secondo il ministero dell'Economia, il nostro prodotto nazionale quest'anno aumenterà soltanto dello 0,6 per cento, anziché dell'1,5. A causa di ciò il gettito fiscale non aumenterà in quantità tale da consentire un rapporto deficit/pil del 2,2 per cento. Per conseguenza il rapporto peggiorerebbe al 2,4. Cioè: il livello lasciato da Berlusconi. Il messaggio che viene trasmesso al paese è di un anno e otto mesi di buona congiuntura sprecati dal governo Prodi per quanto riguarda l'obbiettivo di raggiungimento entro il 2010 del quasi pareggio di bilancio concordato con Bruxelles. Pareggio perfettamente raggiungibile, visto l'aumento di pressione fiscale, dovuto in parte al buon andamento delle entrate lasciato da Silvio Berlusconi e in parte agli inasprimenti fiscali e alla lotta all'elusione e all'evasione, di Vincenzo Visco (costatigli quella certa impopolarità che lo ha indotto a non ricandidarsi alle elezioni). Ma a questo punto dell'anno è ancora presto per fornire una stima del pil italiano del 2008. E' difficile derivare dalla rettifica del tasso di crescita del pil un peggioramento delle entrate, rispetto  alle previsioni. Ciò anche perché nel primo bimestre, forse a causa del gonfiamento del reddito nominale dovuto all'inflazione, probabilmente per l'attivismo di Visco, i gettiti tributari sono stati migliori del previsto. E' perciò curioso che sia stato proprio il ministero dell'Economia a diramare queste pessimistiche previsioni che danno un'immagine negativa dei risultati raggiunti con tante “lacrime e sangue”.