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Come evitare di essere taggati su Facebook mentre si prende l'aperitivo

Marianna Rizzini

Secondo un sondaggio confidenziale effettuato da questa rubrica, la prima paura aperitivistica non è la sbornia molesta ma l’essere taggati su Facebook – con o senza bicchiere – mentre si prende parte a un aperitivo. Non c’è difesa, vista la proliferazione di possessori indiscreti di macchine digitali: eccoti lì sul web che ti muovi scomposto e fai smorfie.

Secondo un sondaggio confidenziale effettuato da questa rubrica, la prima paura aperitivistica non è la sbornia molesta ma l’essere taggati su Facebook – con o senza bicchiere – mentre si prende parte a un aperitivo. Non c’è difesa, vista la proliferazione di possessori indiscreti di macchine digitali: eccoti lì sul web che ti muovi scomposto e fai smorfie (come gli altri avventori del locale, ovvio, e però soltanto tu ti ritrovi taggato. E tanto prima o poi capita a tutti). Chi ti ha taggato e perché? Chi disturba la chiassosa quiete aperitivistica e perché? Del motivo non v’è certezza, ma della spaventosa crescita del fenomeno sì: nel corso della settimana ci sono giunte molte segnalazioni di taggature selvagge dagli happening artistico-sbevazzanti dell’Alta Moda a Roma: inattesi dj set all’interno del Tempio di Adriano funestati da terribili spie taggatrici (casuali) in agguato – a questo punto, però, vista la fruibilità aperitivistica del luogo suddetto, ne approfittiamo per lanciare un appello a Veltroni e Berlusconi, habitué del Tempio per comizi e conferenze solenni: perché non istituire l’aperitivo politico ogni lunedì, giorno loffio in Parlamento, un leader e un buffet gratis ogni settimana, con rotazione affidata al manuale Cencelli? Quanto all’alta densità taggatoria, nessun evento al Tempio potrà essere pericoloso quanto una serata nei baretti finto-dimessi del quartiere Isola a Milano, recente ricettacolo di aperitivi letterari. Il Sud non è da meno: nel corso del weekend, a Napoli, qualcuno è stato taggato mentre, all’uscita dall’aperitivo, entrava alla libreria Feltrinelli in Piazza dei Martiri (inaugurando un nuovo tipo di taggatura: la taggatura previo inseguimento). Nell’impossibilità di fornire, al momento, validi antidoti definitivi contro il flagello taggatorio, questa rubrica suggerisce agli aperitivisti lettori un antidoto temporaneo. Si consiglia di circolare nei bar con macchina digitale al collo: l’aspirante taggatore non taggherà mai chi minaccia di taggarlo a sua volta.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.