Proposta di petizione alla regina d'Inghilterra, nemica delle donne bevitrici (facendo però attenzione al vin brulé)
Questa rubrica propone di inoltrare una petizione alla regina Elisabetta II d’Inghilterra per segnalare a Sua Maestà l’insostenibilità aperitivistica della sua campagna di “tolleranza zero” nei confronti delle donne bevitrici (capiamo che Sua Maestà ha in mente gli standard di ubriachezza media britannica, maschile e femminile, ma ci permettiamo di notare che il “niet” contro le aperitiviste è fortemente lesivo della parità tra i sessi – meditiamo di appellarci altresì all’Alta corte europea).
Questa rubrica propone di inoltrare una petizione alla regina Elisabetta II d’Inghilterra per segnalare a Sua Maestà l’insostenibilità aperitivistica della sua campagna di “tolleranza zero” nei confronti delle donne bevitrici (capiamo che Sua Maestà ha in mente gli standard di ubriachezza media britannica, maschile e femminile, ma ci permettiamo di notare che il “niet” contro le aperitiviste è fortemente lesivo della parità tra i sessi – meditiamo di appellarci altresì all’Alta corte europea). Tra l’altro, sospettiamo che dietro l’uscita di Sua maestà ci sia un rigurgito di sciovinismo misto a nuova insofferenza per un momento della giornata – l’aperitivo – che allarma a dismisura i fidanzati gelosi (l’aperitivo è spesso ritrovo tra amiche, ma nei bar non ci sono solo amiche, si sa), circostanza, questa, che potrebbe creare malcontento tra i sudditi (maschi) di Elisabetta. Ciò detto, sconsigliamo alle aperitiviste romane di assaggiare il pur buonissimo vin brulé preparato artigianalmente dal bar Checco il Carrettiere di Trastevere nelle sere invernali (e pluviali): al secondo sorso – sarà per la presenza sotterranea di rum – si è già oltre il livello di accettabilità alcolica. Diverso è l’effetto del casareccio limoncello di Checco (buono come il vin brulé, ma meno ubriacante) e di un misterioso cocktail a base di Pimm’s (assaggiato da una fonte anonima che teme rappresaglie da parte di qualche spia britannica). Nota di merito, infine, va al bar Aurunci del quartiere San Lorenzo: nonostante i prezzi non all’altezza della tradizione “al risparmio” della zona suddetta, il buffet è talmente ricco che, anche a volersi imbottire di vin brulé, l’ubriachezza è scongiurata.
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