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Sulla Giustizia siate andati dietro a Davighin invece che a Falconensky

Andrea Marcenaro

Volete la riforma, ora. E tramite Cartabia, Dio preservi e protegga quell’onesta signora. Lasciate perdere, non avete il fisico

Ma quale riforma della Giustizia, lasciate perdere, non tenete il fisico, fate almeno il favore di non rompere le palle. Avete ciucciato a milioni, e per trent’anni, dalle turgide tette dei Michele Santoro, del Pci, del Pds, della Rai, di Mediaset, di Eugenio Scalfari, di Oscar Luigi Scalfaro e di quei sublimi pensatori che rispondono ai nomi di Gian Antonio Stella, Walter Veltroni, Michele Serra, Paolo Mieli, ma perfino Corrado Augias, quello là col ricciolino, solo per passar sopra a migliaia di altri. Vorrebbero la riforma della Giustizia, ora. Tesori. E tramite Cartabia, Dio preservi e protegga quell’onesta signora. Avrebbero potuto, volendo, dar retta al bravo Falconensky. Sembrò furbo inchiodarlo alle pareti, tutto incorniciato, per andar dietro a Davighin, quello che la Giustizia era la sua Mariupol, la sua Bucha, quello coi tank e la bomba atomica appesa come una spada sui tribunali. Povera libertà. Ma complimenti vivissimi a loro. Perché riuscirono a creare, com’è che si chiama ora? un’Operazione speciale.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.