Enrico Letta (foto LaPresse) 

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Sicuri di essere pro-cesso?

Andrea Marcenaro

Suonerebbe carino se il partito della sinistra fosse per una volta contro

Sono ormai decenni che la parola “processo” riempie giornate e discussioni. Mandare a processo quello, subito a processo quell’altro, lui non può candidarsi alle elezioni, ha avuto un processo, sta per essere mandato a processo, il processo si è concluso con la condanna, eh, ma che vergogna, qui si criticano i risultati del processo, quindi il popolo dei fax che vuole il processo, Travaglio che preannuncia il processo, Padellaro che inneggia al processo, Di Pietro che stravince il processo, il processo, il processo, il processo. Bel clima. Dicono ora che il Pd voglia procedere con qualche convinzione verso l’altare dove impalmerebbe i sacerdoti, i signori, i simboli, le bandiere, gli adoratori assoluti dell’infinito processo che ha travolto questi anni. Ecco. Suonerebbe carino se il partito della sinistra, metti che sfiori per sbaglio il suo orecchio la parola “cesso”, fosse pro quasi sempre però taluna contro.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.