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Buoni motivi per essere ottimisti sul pessimismo

Andrea Marcenaro

Si avvicina per il Foglio il secondo appuntamento a Firenze nel nome dell’Ottimismo. Non mancate

Si avvicina per il Foglio (insomma, sabato 27 ottobre) il secondo appuntamento a Firenze nel nome dell’Ottimismo. Non mancate. Siate ottimisti. Perché quand’anche la casetta che con tanta fatica avete comprato valesse domani quanto la cuccia del cane. E tornasse la liretta. O quand’anche il ponte di Genova si dovesse ricostruire soltanto in joint venture con la Scala di Milano per il piacere, incontestabile, di regalare buona musica alle famigliole, ma vedi mai agli autisti dei Tir. O se si potesse essere pessimisti sull’ottimismo. Così come ottimisti sul pessimismo, dato che la questione è a piacere. E quando pure la lotta al declinismo dovesse passare sotto le forche caudine del buon senso svanito, perduto, scomparso, anche in tal caso, ridete, ridiamo, spanziamoci dal ridere. Palmare il motivo: capacissimi, quei deficienti gialloverdi, ignoranti come sono, di scrivere nel comunicato definitivo, e attenzione, qui, all’ineleganza delle due elle, che ad averlo preso nel cullo sarebbimo noi.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.