Berlusconi al Foglio: “Il M5s può vincere le elezioni. È il più grave pericolo per l'Italia dal Dopoguerra"

Claudio Cerasa

"La classe dirigente italiana non sia complice: no agli utili idioti". L’ex presidente del Consiglio parla a ruota libera di Italia, Renzi, Salvini, Di Maio, Merkel. Un'anticipazione dell'intervista di Claudio Cerasa al Cav., oggi sul Foglio

Domani sul numero monografico del Foglio del lunedì un'intervista di Claudio Cerasa a Silvio Berlusconi. L’ex presidente del Consiglio parla a ruota libera di Italia, Renzi, Salvini, Di Maio, Merkel. Pubblichiamo un'anticipazione.

 


  

Ci spiega esattamente cosa pensa di un movimento politico, come il cinque stelle, che sogna di abolire la democrazia rappresentativa sostituendola con una forma forse persino incostituzionale di democrazia diretta? Non le sembra che ci siano delle classi dirigenti troppo complici nei confronti del grillismo?

Penso che siano il più grave pericolo per il futuro dell’Italia dal dopoguerra. La loro finta democrazia diretta maschera, come tutti sanno, il potere effettivo di pochissime persone. E’ lo stesso “centralismo democratico” dei vecchi partiti comunisti, governato in questo caso da un politburo molto ristretto, costituito da un vecchio comico, un oscuro professionista della comunicazione, e forse la figurina Di Maio. Ai loro ordini una serie di professionisti della politica, cioè di persone che dipendono dalla politica per vivere, e quindi dalla benevolenza dei loro capi, che ne decidono destini e carriere. A differenza dei vecchi professionisti della politica, però, quelli della Prima Repubblica, qui manca anche l’esperienza, la conoscenza dei meccanismi di governo: la gran parte di loro non ha mai lavorato, non ha mai amministrato neppure un condominio. I risultati, dove sono chiamati a governare le città, si vedono. L’idea che l’Italia possa cadere nelle loro mani è assolutamente pericolosa, ed è un pericolo reale, immediato. Se davvero alcune figure della cultura, dell’economia, dell’impresa non se ne rendessero conto, e pensassero di usare i grillini per trarne qualche vantaggio, rischierebbero di fare la parte di quelli che Lenin chiamava “utili idioti”, da usare e poi da eliminare. La vera sfida è fra la nostra rivoluzione liberale, una rivoluzione possibile, concreta, costruttiva, e il ribellismo – non mi piace chiamarlo populismo – dei Cinque Stelle. Sono un pericolo perché della vecchia sinistra hanno ereditato le parti peggiori, lo statalismo, la cultura del NO, l’oppressione fiscale, la diffidenza verso la libertà dei cittadini, il giustizialismo feroce, senza neppure averne la tradizione di serietà e la cultura di governo che ai comunisti non mancavano. Per questo sono doppiamente pericolosi. Se vincessero massacrerebbero di tasse il ceto medio – aggredendo la casa, i patrimoni, le successioni, le stesse pensioni – bloccherebbero le infrastrutture fondamentali, porterebbero al governo i settori più politicizzati della magistratura.

 

In che modo il centrodestra di governo che si dice alternativo all'Europa dei populisti può essere pienamente credibile come forza di governo se si presenta con i gemelli dei partiti populisti europei?

La Lega ha governato con noi l’Italia per dieci anni, governa tuttora con noi importanti regioni italiane e ogni volta che è chiamata a responsabilità di gestione si dimostra una forza politica concreta, affidabile, pragmatica. Non dobbiamo confondere i toni della propaganda elettorale con la realtà dei fatti concreti. Certo, il ruolo trainante nel centro-destra di un soggetto come Forza Italia, saldamente radicato nei valori del Ppe, che sarà di gran lunga la maggior forza politica della coalizione, garantirà che non ci potrebbe essere spazio per tentazioni demagogiche, se mai si dovessero manifestare. Ma le ripeto, non ho questo timore, la Lega è profondamente diversa, per storia e cultura di governo, dalle forze politiche che lei ha ricordato.

Di più su questi argomenti:
  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.