Nino Di Matteo (foto LaPresse)

Cosa non dice il Csm sul pm Di Matteo

Andrea Marcenaro

Dopo due bocciature il plenum del Consiglio superiore della magistratura, all’unanimità, ha stabilito il trasferimento del magistrato palermitano alla Direzione Nazionale Antimafia

Leggo che, dopo due bocciature, il plenum del Consiglio superiore della magistratura, all’unanimità, ha stabilito il trasferimento del magistrato palermitano Nino Di Matteo, uomo di punta delle indagini sulla trattativa Stato-mafia, alla Direzione Nazionale Antimafia. Con le seguenti motivazioni: “Ottime qualità professionali”; “solido e vasto bagaglio di esperienza”; “capacità di coordinamento e impulso investigativo”; “impareggiabile tenacia” con “ineguagliabile spirito di sacrificio”. Sono allora andato a rileggere il nuovo regolamento del Csm varato il 26 settembre del 2016, ma, come sospettavo, non ho trovato scritto da nessuna parte che compito del Csm stesso sia “prendere per il sedere il contribuente”.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.