Renzi alla festa dell'Unità di Firenze (foto LaPresse)

Endorsement postumi

Redazione

Cambia tutto, vince il No. Del Debbio scende in campo e Renzi non lo vuole più manco la D’Urso

Errata corrige: vince il No. E perciò il plebiscito dei foglianti a favore del Sì uscito ieri su queste pagine è da considerare nullo. Già tutte le prime firme di rito renziano si danno all’endorsment postumo per il No, figurarsi cosa succede al Foglio, pupilla dell’occhio di Matteo, antemarcia del Nazareno.

 
Errata corrige: vince il No. Al Foglio non solo ci si adegua al convincimento del Cav. e domenica si va alle urne per fermare la schiforma di Maria Elena Boschi ma si diventa tutti entusiasti sostenitori di Donald Trump e, congedato Stefano Parisi, a partire da oggi si fa campagna politica a favore di Paolo Del Debbio.

 
Errata corrige: vince il No. A proposito di Del Debbio. Geniaccio qual è, Silvio Berlusconi, ha finalmente trovato il successore. Lo toglie dalla tivù e lo trasferisce direttamente a Palazzo Chigi. E’ Del Debbio che arriva direttamente da Quinta Colonna, la sua trasmissione di Rete4, per installare i propri manipoli di telespettatori nell’Aula sorda e grigia della politica.

 
Errata corrige: vince il No. Il referendum conferma la lungimiranza del Cav e perciò, per la prima volta in vita sua, dovrà mantenere la sua promessa: dare un posto di conduttore in un qualunque angolo del palinsesto di Mediaset a Renzi. Vince il No e Matteo corre in casa, in tutta fretta, c’è un palinsesto che lo aspetta.

 
Errata corrige: vince il No. Il premier uscente, infatti, non è parlamentare, non avrà neppure modo di farsi eleggere perché il Pd torna subito alla Ditta e non potrà neanche avere la consulenza di Beppe Caschetto, l’agente delle star. Quest’ultimo, fiutato il vento, invece che spalmare su Rai3 le proprie figurine, trasferisce armi e bagagli su Rete4 e proprio lì, di Renzi, Caschetto non sa che farsene, anzi, sconsiglia vivamente Fedele Confalonieri che vorrebbe metterlo al posto di Del Debbio: “Neppure al posto di Alessandro Meluzzi, come opinionista di Quarto Grado?”. Caschetto è gelido: “Neppure il meteorino”:


Errata corrige, vince il No e Berlusconi deve proprio trovare un posto da conduttore a Renzi ma anche Barbara D’Urso, disgustata dalla sconfitta del Sì, non vuole saperne di averlo a “Domenica Live” manco come figurante, figurarsi come co-conduttore. Pur scongiurata da Confalonieri, Barbarella non cede: “Me lo credevo diverso, dallo a Maria De Filippi”. Peggio che andar di notte. La De Filippi, spietata, sibila: “Dallo a Maurizio”. Costanzo, definitivo, chiude ogni porta: “Non posso fare un torto a Diaco!”.

 
Errata corrige, vince il No e Renzi, bene che va, potrà avere uno spazio nel dopo-Matrix, quando sia Nicola Porro che Piero Chiambretti avranno concluso la puntata e lì l’ex premier potrà sperimentare un suo spazio, sempre che vada bene a Isabella Santacroce altrimenti – duro è il destino – se ne andrà alle televendite.

 
Errata corrige: vince il No. Su Matteo si fa quel che si può ma le prime firme del renzismo hanno pronti i loro endorsment postumi. Comincia Paolo Mieli che, da par suo, avvia il percorso di revisionismo portando le testimonianze della repressione renziana – innanzitutto Joe Servegnini, manco il tempo proposto alla direzione di Sette e subito cassato – a Cortina, a Una Montagna di Libri, quindi a Polignano a Mare, al Festival del Libro possibile e a Pordenonelegge.

 
Errata corrige: vince il No. Anche il direttore di Repubblica, Mario Calabresi, si attiva a correggere il tiro e incarica Michele Serra di scrivere un editoriale postumo contro il mercimonio tentato da’ gaglioffi giunti da chissà dove intenzionati a far strame della Carta Costituzionale. Anche Natalia Aspesi si esibisce sul tema: “Renzi davvero non sa d’essere degno compare di Flavio Briatore?”.

 
Errata corrige: vince il No. La Stampa tra i giornali renziani è quello che va per le spicce per tornare subito tra i redenti. Il direttore Maurizio Molinari prende carta e penna e redige di proprio pugno i fogli d’ordine da destinare ai singoli editorialisti. A Gianni & Riotto detto Johnny, Molinari manda un foglio di servizio con un solo ordine: “Andare a ripetizioni da Marcel”. Inesorabile, Molinari. Spedisce Riotto da Marcel, ovvero, Marcello Sorgi, l’uomo che da sempre gli dà lezioni. Errori mai più.