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Redazione
Caltagirone nomina Marino direttore del Messaggero, anche la Santa Sede approva

    Stampa & Poltrone. Notizia delle notizie. Matteo Renzi riesce nell’impresa delle imprese. Schioda Ignazio Marino dal Campidoglio ma deve dargli un posto degno. Non lo fa ministro ma, ancora meglio: sentito il parere di Francesco Gaetano Caltagirone, di concerto con Gianni Letta e Luigi Bisignani, chiede per il sindaco il posto di direttore del Messaggero.

     

    Stampa & Poltrone. Grande subbuglio in Via del Tritone. Virman Cusenza aveva capito tutto quando ieri, venerdì, ha letto il tweet di Matteo Renzi: “#virmanstaisereno”. Con grande stile, il direttore uscente, ha declinato l’offerta di firmare editoriali, ha respinto le profferte per andare a dirigere il Mattino (“tanto lo so”, ha detto, “ci metterete Luigi De Magistris”) e ha fatto quello che doveva fare.

     

    Stampa & Poltrone. Notizia delle notizie. Il Tritone in luogo del Campidoglio. Per non sapere né leggere né scrivere, Cusenza, ha fatto spalmare la sciolina sul pavimento dell’ingresso del Messaggero dove, immancabilmente, arrivando in bici, Marino ha fatto la sua solita figura, quella del Pepè. Con ovvio capitombolo. Mario Ajello scoppia a ridere, capisce di averla fatta grossa s’appiglia a Henri Bergson, a Luigi Pirandello ma niente. Ajello, con Cusenza, è il secondo a essere licenziato da Caltagirone.

     

    Stampa & Poltrone. Dal municipio alla redazione, ecco la rivoluzione di Marino. Tanto per cominciare, e senza togliersi il casco da ciclista in testa, Marino s’è presentato dal procuratore Giuseppe Pignatone e gli ha consegnato i pezzi inviati da Branko per la nota rubrica. Prima di insediarsi, il neo direttore, ha preteso un certificato di antimafia ravvisando nel linguaggio allusivo degli oroscopi una compromissione con Mafia Capitale.

     

    Stampa & Poltrone. Abituato ad avere la scorta dei vigili urbani, Marino ha però preteso un drappello di accompagnamento h24 facendo esplicita richiesta ad Azzurra Caltagirone anche di una Panda blindata da poter parcheggiare lungo via del Lavatore e perfino davanti a Fontana di Trevi perché, tiè, lui è più di un sindaco – ben più che un ministro – lui è il Messaggero.

     

    Stampa & Poltrone. Grande è il subbuglio in Via del Tritone. Marino non fa certo visionare a Pignatone il Diario di primavera, la croccante rubrica di Maurizio Costanzo, anzi: crea una catena virtuosa chiamando l’ormai disoccupato Michele Santoro per fare dell’appuntamento quotidiano di Costanzo un lettura pubblica, verso sera, nello slargo antistante la casa di Ciriaco De Mita, proprio accanto alla sede del quotidiano. Sandro Ruotolo si offre per leggere gli editoriali di Romano Prodi ma, nell’entusiasmo del tutto, Pier Ferdinando Casini, prende il microfono e legge a voce alta e squillante i pezzi di Oscar Giannino.

     

    Stampa & Poltrone. Legalità, diritti e arcobaleno. Questi i principi della nuova direzione. E’ pur sempre il giornale che legge il Papa e Marino, infatti, rinuncia alle necrologie e mette in pagina solo unioni civili e pubblica solo culle determinate da fecondazioni plurime. Schiera apertamente il giornale contro la manifestazione di sabato a difesa della Famiglia (“me lo ha detto il Papa”, spiega) e sollecita la creazione di un Osservatorio Sodoma.

     

    Stampa & Poltrone. Trema la terra di mezzo. Marino pubblica solo articoli su Mafia Capitale. La scelta è meritoria ma ha un effetto però controproducente, mina il primato civile di Gomorra e provoca così una dura presa di posizione della Santa Sede in difesa di Roberto Saviano (“guardate”, si legge in una nota riservata dettata dal Santo Padre in persona, “che come niente possiamo lasciare in edicola il Messaggero e prendere solo la Repubblica”).

     

    Stampa & Poltrone. Dal municipio alla redazione, ecco la rivoluzione. Anche Maria De Filippi è nel solco del Vaticano, in difesa di Saviano ma Marino che, dopo aver visto poco al Campidoglio, vuole vedere tutto in Via del Tritone, rassicura tutti nel suo impegno a favore della legalità non senza auspicare – in un fruttuoso faccia a faccia con Bergoglio – “un Giubileo arcobaleno”. E’ pur sempre il giornale che legge il Papa.