Maestri coreani e orsi polari (Buon anno!)

Giulia Pompili

La storia di Chung Myung-whun, sessantaquattro anni, pianista. Sarà lui a dirigere il concerto di Capodanno del Teatro La Fenice di Venezia

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IN PRIMO PIANO: LE KATANE DI CAPODANNO

 

 

Il concerto di Capodanno del Teatro La Fenice di Venezia sarà diretto quest'anno dal maestro Chung Myung-whun. Nato a Seul sessantaquattro anni fa, pianista, Chung è il maggiore di tre fratelli che sono un po' l'orgoglio musicale coreano nel mondo. Sono sue sorelle, infatti, la violinista Chung Kyung-wha e la violoncellista Chung Myung-hwa. Il maestro coreano ha studiato alla Juilliard di New York, è stato assistente di Carlo Maria Giulini alla Filarmonica di Los Angeles, e ha passato tantissimo tempo tra la Francia e l'Italia, ha diretto l'Orchestre de Paris, l'Orchestra Filarmonica della Scala, Santa Cecilia, la New York Philharmonic, i Berliner Philharmoniker, solo per citare a memoria. Nel luglio scorso è stato insignito dell'Ordine della stella d'Italia.  

 

Nel 2004, dopo la gran delusione della Scala (credeva di diventare direttore musicale, dopo le dimissioni di Muti) se ne tornò in patria (e forse fu pure la sua fortuna). Divenne direttore della Filarmonica di Seul, l'orchestra che ha fatto la storia della musica sudcoreana. E ha una storia tormentatissima, Chung, perché dopo aver riportato ai fasti la Filarmonica, con grandi lavori di ristrutturazione e tournée memorabili, dieci anni dopo si trovò nel mezzo di uno scandalo tipicamente coreano.

 

Tutta la vicenda ruotava intorno all'allora presidente dell'istituzione, Park Hyun-jung, accusata (sì, è una donna, mica esistono solo i produttori hollywoodiani sporcaccioni) di aver abusato verbalmente e sessualmente di quasi tutti i dipendenti dell'orchestra. Chung in quell'occasione disse esplicitamente che il comportamento della Park "violava i diritti umani" dei musicisti. Park si era difesa accusando Chung di aver architettato "un complotto" contro di lei.

 

Alla fine è dovuta intervenire la polizia, che ha aperto un'inchiesta, interrogato tutti e ispezionato gli uffici. La Park accusò la moglie di Chung di aver diffuso maldicenze su di lei, fece uscire la notizia di fondi dell'orchestra usati per scopi personali dal direttore, ma come potete intuire era tutto falso.

 

Nel 2011, il maestro Chung fece un viaggio a sorpresa a Pyongyang. Erano passati soltanto tre anni dal celebre concerto della Filarmonica di New York nella capitale nordcoreana, quando l'orchestra suonò "Arirang" per l'unificazione. Chung fece suonare all'orchestra sinfonica di Pyongyang e la Unhasu orchestra la Nona Sinfonia di Beethoven. Disse ai suoi musicisti: "Il motivo per cui questa musica è così potente è perché attraverso la sua musica e per tutta la sua vita Beethoven aveva combattuto per la libertà.  Se qualcun altro gli avesse detto qualcosa del genere probabilmente sarebbe stato messo subito in prigione, ma in il contesto musicale l'aveva permesso".

  

E quindi, Buon Anno.

  

  


 LA SETTIMANA


 

PENISOLA COREANA

La Corea del Sud ha sequestrato una petroliera con bandiera di Hong Kong perché sospettata di aver trasferito 600 tonnellate di petrolio raffinato a una nave nordcoreana. Lo scambio sarebbe avvenuto a ottobre, quando erano già in vigore le sanzioni economiche che vietano l'import-export di petrolio con la Corea del nord.

 

Il petrolio nordcoreano è pure il motivo dell'ennesimo litigio tra Donald Trump e la Cina (vedi ultimo tuitt di estrema delusione). Ora, va chiarita una cosa: la posizione cinese in questo caso è molto più verosimile di quella americana. L'accusa di Trump arriva da una indiscrezione, fornita da una fonte anonima, del Chosun Ilbo, quotidiano conservatore sudcoreano che spesso è caduto (caduto?) in trappoloni del servizio stampa di Seul. L'articolo è questo qui. La Cina ovviamente nega, ma soprattutto dice: anche fossero vere le immagini satellitari, cosa dimostrano? Niente.

 

Uno scienziato nucleare nordcoreano, che era riuscito a scappare in Cina, è stato deportato nella città di confine di Sinŭiju e si è tolto la vita subito prima che lo interrogassero.

 

Un'altra storia di fine anno che ha dell'incredibile. Sembra che il complesso industriale di Kaesong, quello in territorio nordcoreano dove lavoravano aziende sudcoreane, sia stato chiuso dall'ex presidente Park Geun-hye in modo "unilaterale". Un panel di esperti ha confermato, infatti, che non c'era nessuna prova che i soldi con cui le aziende sudcoreane pagavano i nordcoreani andassero a finire nell'arsenale nucleare di Pyongyang. Chiuso Kaesong, nel febbraio del 2016, si è chiuso anche l'ultimo punto di contatto e cooperazione tra i due paesi.

  

Ricominciano le grazie presidenziali in Corea del sud (6.444 persone), ma quest'anno nessun businessman è stato graziato dal presidente Moon Jae-in. E' una svolta notevole, visto che prima era "usanza" graziare i capi dei grandi conglomerati per "favorire" l'economia.

 

Cold case alla coreana. Un (ormai ex) professore canadese che lavorava fino a un mese fa a Seul è stato licenziato: un programma televisivo canadese che si occupa di vecchi casi irrisolti ha legato la sua fuga in Corea alla sparizione di una signora nel 1998. Ora è indagato.

 

GIAPPONE

Hatsuhinode è la prima alba del primo giorno dell'anno. Nella tradizione giapponese tutto ciò che succede e che si fa per la prima volta nel giorno di Capodanno ha un valore speciale, perché influenza tutte le volte che lo farete poi, durante l'anno. L'alba, il Sol nascente, è ovviamente l'avvenimento più importante di tutti, e la tradizione è del tutto molto simile alla tradizione romana, e alla Mater Matuta.

Molto importante è anche la prima visita dell'anno al tempio shinto, attività che si chiama Hatsumōde. Un tempio dove qualche settimana fa è avvenuto un brutto omicidio/suicidio adesso si interroga su quanto l'evento influenzerà il business dell'Hatsumode.

 

Una fonte anonima del governo giapponese ha detto all'agenzia Kyodo che il primo ministro Shinzo Abe potrebbe non partecipare alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang, prevista per venerdì 9 febbraio. Significa che volano stracci, di nuovo, tra Tokyo e Seul. La questione è sempre la solita (la rispiego in grandissimi linee per gli smemorati): le donne di conforto sono le donne coreane che l'esercito imperiale giapponese, durante l'occupazione della Corea, usava per allietare i soldati: Tokyo dice che erano prostitute, Seul dice che erano schiave sessuali. Su questo nodo interpretativo si giocano da decenni le relazioni tra i due paesi. Il punto è che esattamente due anni fa Shinzo Abe e l'allora presidente sudcoreana Park Geun-hye firmarono un accordo (qui i dettagli) dove Tokyo diceva, più o meno: finanziamo una vostra Fondazione per le donne però LA QUESTIONE E' CHIUSA, BASTA, FINE, “irreversibly resolved”. L'attuale presidente sudcoreano Moon Jae-in sin dalla campagna elettorale aveva promesso di stralciare l'accordo (ma se la questione era chiusa, come fa?, dicono).

 

Un uomo è morto dopo essersi dato fuoco nel palazzo del Nikkei Shimbun.

 

Oppo, la quarta più grande compagnia produttrice di smartphone cinese, dalla prossima primavera entrerà nel mercato giapponese.

 

Quasi 54 milioni di dollari. E' la cifra raggiunta dagli incassi di Kentucky Fried Chicken in Giappone durante le vacanze di Natale. E' uno dei più grandi misteri del paese asiatico: non si sa come sia nata questa tradizione per cui a Natale si mangia da KFC (preferibilmente con il fidanzato/a), ma ormai è un business da milioni di dollari.

 

Cose belle: L’arte kintsugi è un’antica tecnica giapponese che consiste nel riparare oggetti in ceramica mettendo in evidenza le crepe con polvere d’oro. E ora c'è un corso, a Milano, che potete frequentare, per impararla. L'associazione culturale Giappone in Italia mi stupisce sempre per la raffinatezza delle iniziative. Se siete interessati scrivete a [email protected].

 


 

Inuka è l'orso polare più famoso di Singapore. Qui festeggia i suoi ventisette anni a casa sua, lo zoo di Singapore, davanti a quattrocento persone mangiando una "torta" di salmone. E' la notizia zoofila più popolare della settimana
(Xinhua, Then Chih Wey)


 

CINA, E ALTRE STORIE

Che cosa succede quando chiedi ai governi cittadini di trovare un'eccellenza, una particolarità per costruire il brand municipale? Succede che magari qualcuno non vuole diventare la "capitale" del nucleare, e preferisce i sex toys. La storia di Yucheng, a un'ora di macchina da Shanghai, e il dilemma economico per Pechino.

Il governo ha detto che esonererà temporaneamente le aziende straniere dal pagare le tasse sui guadagni, nel tentativo di impedire alle imprese americane di trasferire i profitti dalla Cina dopo che Washington ha approvato la riforma fiscale. Ovviamente pure qui c'è il trucco.

Sono 130 milioni i cinesi che hanno trascorso le vacanze in un paese straniero nel 2017. E nonostante gli atteggiamenti spesso criticabili, ai paesi stranieri piacciono tantissimo i cinesi. Perché? Perché spendono, tanto.

Elizabeth C. Economy del Council on Foreign Relations rimette insieme i segnali dell'influenza cinese di quest'anno, soprattutto nelle società occidentali.

 

***

 

Cambogia. "Con un tasso di crescita annuo del 7%, la Cambogia è una delle economie più vivaci del Sud-est asiatico e l’anno scorso il reddito pro-capite annuo ha superato i 1.260 dollari. Numeri che nella capitale raddoppiano rispetto al resto del Paese". Un reportage di Francesco Radicioni sulla Stampa ci racconta com'è oggi Phnom Penh a pochi mesi dalle elezioni politiche più contestate d'Asia. Ma ecco qui, l'altra notizia da tenere d'occhio: mentre l'Unione Europea e l'America hanno minacciato di sanzionare il governo di Hun Sen, colpevole di una repressione sospetta contro gli oppositori politici in vista delle "elezioni farsa", beh, la Cina ha deciso che donerà tutto il necessario per il voto dei cambogiani. Non male, eh?

Myanmar. Wa Lone e Kyaw Soe Oo, due giornalisti di Reuters, sono ancora in carcere – erano stati fermati dalle autorità del Myanmar mentre seguivano la crisi dei rohingya. Due giornalisti che lavorano per un'emittente turca, invece, sono stati rilasciati.

Filippine. E' dovuta intervenire direttamente la Banca centrale filippina, dopo che su Facebook qualche giorno fa si era diffusa la foto di una donna che aveva ritirato delle banconote da cento peso senza la faccia dell'ex presidente Manuel Roxas. "Milioni di banconote vengono stampate dalla Banca centrale. Nel processo di produzione possono esserci rari casi in cui le macchine causano errori di stampa. In questo caso in particolare, la Banca ha identificato la causa meccanica della stampa errata, ed è stato risolto", ha scritto. In pratica, non c'era spot migliore per i Bitcoin.

Indonesia. Il Dipartimento 88, le forze speciali antiterrorismo indonesiane, nel 2018 da 500 unità passerà a 1,100 unità per monitorare il paese e prevenire eventuali attacchi terroristici di "lupi solitari" legati all'Isis. Antonio Talia aveva raccontato sul Foglio l'unità speciale Dip88 in questo articolo.

Joko Widodo sta per entrare nel suo ultimo anno da presidente prima delle elezioni generali dell'aprile 2019. Si parla sempre più spesso di lui,e di come cambierà l'Indonesia. Intanto, il più importante settimanale finanziario d'Asia, scrive che i businessmen indonesiani stanno con Jokowi, senza se e senza ma.

 

(da queste parti, ogni volta che si parla di politica indonesiana, pensiamo a questo capolavoro dei Simpson)

 


 

ARGOMENTI DI DIBATTITO 

  

"Libero mercato, inquinamento, giornalismo, estremismi, strategie politiche e soft power. Non esiste un solo campo in cui, secondo la visione del mondo di Pechino, l’occidente non possa prendere lezioni dalla Cina". Ho scritto questo articolo qualche giorno fa, cercando di mettere insieme tutte le volte in cui, durante il 2017, l'occidente ha ricevuto la sveglia dalla Cina. "Ma il trucco si vede", dice il sottotitolo. Ovvero: la Cina è un paese pieno di contraddizioni, e le democrazie occidentali potrebbero prendere sul serio quelle lezioni, ma usandole a proprio vantaggio. L'argomento, comunque la si pensi, è molto interessante e ci torneremo. Intanto una lettera:

 

Gentile Pompili - Tutto ciò che lei scrive è vero e condivisibile. Ma mi sembra che lei trascuri un punto importante: viviamo in una fase storica nella quale democrazia e crescita economica, per la prima volta tutto sommato, non sono più correlate; invece, i modelli di "totalitarismo soft" (più o meno) ispirati al confucianesimo (Cina, Singapore), garantiscono aumento del benessere materiale ad un crescente numero di persone. Certo, lavorano duro, come lavoravano i nostri genitori negli anni '50 (ce lo siamo dimenticati troppo in fretta); non hanno libertà politiche, ma in cambio hanno libertà di spendere.

E i governi decidono: le autostrade, le metropolitane, le dighe si fanno in tempi misurati in mesi e non decenni.

Tutto ciò fa semplicemente orrore ad un liberale come me, ma ormai i liberali sono in minoranza schiacciante, in tutto il mondo, non solo nella vecchia Inghilterra che li ha inventati.

Quindi, anche se il titolo non l'ha scritto lei, è fuorviante parlare di "lezioncine" e di "libero mercato e altre storie per l'occidente credulone".

Prima di tutto perché il "libero mercato" l'ha seppellito l'occidente, con i suoi Google, Amazon e Facebook, che non sono altro che la riedizione in felpa e casual dei monopoli dei robber barons che il primo Roosevelt ha tentato di combattere (con parziale successo); e andando a produrre in Cina tutti i beni di consumo per un vantaggio di costo complessivo e di prezzo che talvolta inciderebbe non più del 5% su qualche articolo (se i consumatori potessero scegliere, ovviamente).

E, in secondo luogo ma ancora più decisivo, perché gli elettori/consumatori occidentali hanno trasformato le democrazie in un mercato (truccato) o, peggio, in una replica di un un forum su un social network. E anche questo processo degenerativo è avvenuto per la memoria corta, perché ci si è dimenticati del costo umano e sociale che ha richiesto il processo di 150 anni di conflitti necessari ad affermarsi del sistema liberal-democratico.

Io temo la Cina, avendola conosciuta da vicino lavorando nell'industria in questi ultimi 40 anni. Ma la rispetto, sapendo quanto sia efficace (e non solo perché lo dice un sinologo come Jullien). E sono abbastanza convinto che non siano solo "storie"; forse le vecchie teorie razziste dei primi del '900 sulla potenza dei popoli giovani e demograficamente vitali spiegano più di quanto non siamo disponibili ad ammettere.

E, forse,  proprio la demografia innescherà la "cricca" che manderà in rovina il Celeste impero. Probabilmente dobbiamo affidare le nostre speranze alla folle politica demografica maoista. Ma dopo c'è il rischio di dover fare i conti con un miliardo di nigeriani; non so cosa sia peggio.

Cordiali saluti dalle Dolomiti, (che si spopolano al ritmo di 1200 persone l'anno).

Manfredi Manfrin

  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.