Un'immagine del Hwasong-15 diffusa dalla Korean Central News Agency il 30 novembre scorso

L'ultimo missile di Kim ci fa davvero paura?

Giulia Pompili

A parte l'analisi e le congetture e le previsioni, la cronaca degli ultimi dodici mesi ci dimostra una cosa che forse avremmo dovuto capire già da tempo: finché è la Corea del Nord a mostrare di cosa è fatto il suo arsenale, noi non ne sappiamo niente

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IN PRIMO PIANO: MISSILI, MISSILI E ANCORA MISSILI

  

  Un'immagine del Hwasong-15 diffusa dalla Korean Central News Agency il 30 novembre scorso

 

 

Parliamo di nuovo di missili, mi dispiace. Ma è bene mettere le cose in ordine. Anzitutto, che cosa è successo? Il 29 novembre, quando a Pyongyang erano più o meno le 3 del mattino, è stato lanciato un missile balistico intercontinentale che ha viaggiato per più di cinquanta minuti. Un intervallo di volo record, tanto che mentre cercavamo notizie, le dichiarazioni ufficiali di Corea del sud, Giappone e Stati Uniti dicevano che il missile era "still flying". Piuttosto anomalo e inquietante, no?

 

Ma bando agli allarmismi. Il missile è stato lanciato altissimo, con un apogeo che ha toccato i 4,475 chilometri, cioè un altro record: vuol dire che era un test, che la Corea del nord non voleva sorvolare nessun paese limitrofo, ma voleva mostrare al mondo un altro mostro di tecnologia, un gioiellino appena confezionato. Altre cose interessanti: è stato lanciato di notte, da un lanciatore mobile. E' quello che aveva detto Kim Jong-un per rispondere a Donald Trump: pensi che non ne siamo capaci, ma possiamo sorprendervi colpendo a qualsiasi ora da qualunque postazione. E' la verità. Altro dettaglio: il mese scorso al ministero della Difesa di Tokyo ho fatto alcune chiacchiere con funzionari che si occupano di Corea del nord. Ebbene, neanche un mese fa, quando si parlava della migliore tecnologia missilistica posseduta da Pyongyang, si arrivava al Hwasong-14 - cioè i due missili testati il 4 luglio e il 28 luglio scorso. Quello lanciato tre giorni fa, secondo l'agenzia di stampa ufficiale nordcoreana - è un Hwasong-15, cioè addirittura il modello successivo.

 

L'analisi delle immagini diffuse è ancora più preoccupante: si tratta di un missile davvero potente, un missile balistico intercontinentale a due stadi a propellente liquido. Secondo Michael Elleman il vettore può trasportare un carico da mille chilogrammi e cadere ovunque su territorio americano. Ma quanto pesa una bomba nucleare? E la Corea del nord sa armare un missile così con una atomica miniaturizzata? Ci sono molti dubbi in merito (li ha messi insieme qui Pieranni).

 

Ma a parte l'analisi e le congetture e le previsioni, la cronaca degli ultimi dodici mesi ci dimostra una cosa che forse avremmo dovuto capire già da tempo: finché non sono loro a mostrare di cosa è fatto il loro arsenale, noi non ne sappiamo niente.

 

Qui c'è uno schema molto ben fatto della Cnn, aggiornato a ogni nuovo missile. Nel 2016 Kim Jong-un ha ordinato 24 test missilistici, nel 2017 siamo a 23. Ma è impressionante il salto di qualità in termini tecnologici.

 

Discussioni. A ogni provocazione nordcoreana se ne aprono decine, su decine di fronti diversi. Cerco di metterle una dietro l'altra.

 

Nel comunicato con cui annunciava la riuscita del test del Hwasong-15, Pyongyang ha detto che la Corea del nord è ormai una "potenza nucleare". L'espressione cambia tutto, perché appunto, la condizione per tornare al tavolo delle trattative è che la comunità internazionale la riconosca come tale. Per saperne di più c'è da aspettare il discorso di Capodanno di Kim Jong-un - meno di un mese ormai - e soprattutto i prossimi test missilistici: secondo 38North, a giudicare dalle immagini dei satelliti che immortalano i movimenti al porto di Nampo, c'è da aspettarsi un altro test missilistico da sottomarino, un altro dei fiori all'occhiello dell'arsenale missilistico di Kim.

 

Il blocco navale. Le sanzioni stanno funzionando male, poco, e se ne sono ormai accorti tutti. Nel senso che nonostante la Corea del nord sia sanzionata da più di dieci anni, è arrivata dove è arrivata. Tanto è vero che Andrei Lankov, uno dei più esperti sulle questioni nordcoreane, scrive qui che tutte le condanne internazionali non servono molto alla deterrenza. E allora si sussurra di nuove misure. Oltre a un nuovo round di sanzioni - c'è da dire che negli ultimi mesi sembra che qualcosa si stia muovendo - si parla di un blocco navale. Una misura che nel diritto internazionale è particolarmente discussa, perché corrisponderebbe a un atto di guerra. Per dire, nel 1962 l'America lo fece con Cuba durante la crisi dei missili, e se ne parlò molto negli ultimi mesi per l'Italia nei confronti della Libia per arginare il fenomeno migratorio. Ne aveva parlato per primo Rex Tillerson, ma poi la Casa Blu di Seul ha smentito categoricamente che durante la telefonata tra il presidente Trump e il presidente sudcoreano Moon Jae-in si sia parlato di una misura del genere.

 

In Corea del nord, grande festa dopo l'annuncio del successo missilistico del paese, con fuochi d'artificio e "manifestazioni spontanee di giubilo". La popolazione da che parte sta?

 

Un altro tema di cui si parla poco è il ruolo di Israele nella questione nordcoreana. Israele è l'unico paese che, nella storia, abbia compiuto strike chirurgici contro siti nucleari in territorio straniero. L'Operazione Opera del 1981 contro l'Iraq di Saddam e l'Operazione Orchard del 2007 in Siria. In quest'ultimo caso, l'intelligence israeliana aveva praticamente certificato il rapporto tra Siria e Corea del nord sul nucleare ("secondo l’ex direttore della Cia Michael Hayden, il reattore siriano di Deir Ezzor era la copia esatta di un reattore nucleare nordcoreano (un po’ come succede con i missili), e lo sappiamo perché il modello nordcoreano era a sua volta la replica di un reattore britannico di cui i nordocreani erano riusciti a trafugare il progetto", scriveva a settembre Daniele Raineri).

 

Non è un caso se per la prima volta, alla notizia dell'ultimo lancio missilistico nordcoreano, la Corea del sud abbia reagito con una specie di show di forza: un contrattacco lanciato in soli sei minuti - sei - dalla rilevazione dei satelliti del lancio nordcoreano.

 

Le esercitazioni militari, appunto. Un altro tasto dolente e motivo di discussione. Perché secondo Russia e Cina, se l'America smettesse di militarizzare periodicamente il Pacifico con le esercitazioni militari la Corea del nord non si sentirebbe così "minacciata". Sergei Lavrov l'ha ripetuto anche l'altro giorno.

 


 

LONGREAD 

 

Due articoli da leggere tra Giappone e Corea, e una società che sta cambiando. La 57enne Lee Mi-ji, attrice e presentatrice coreana piuttosto famosa, è stata trovata morta da sola, in casa, e nessuno se n'era accorto per quindici giorni. In Corea si chiama godoksa, morte solitaria, ed è un fenomeno in crescita che riguarda la solitudine, l'assistenza sociale, l'invecchiamento della popolazione (la racconta Korea Esposé).  In Giappone si chiama invece kodokushi. In settimana Norimitsu Onishi ha pubblicato sul New York Times questo splendido reportage, che racconta le vite degli anziani solitari in Giappone.  Le morti solitarie si dice siano "quasi quattromila a settimana", e così già da parecchi anni esistono agenzie specializzate nella pulizia degli appartamenti dove avvengono.

 


LA SETTIMANA

 

PENISOLA COREANA

Missili a parte. Arrivano sempre più notizie dal processo a Kuala Lumpur contro le due imputate per l'omicidio del fratellastro di Kim Jong-un, Kim Jong-nam. Nella borsa che portava con sé, infatti, aveva 12 fialette di atropina, tradizionalmente usata come antidoto in caso di attacco con armi chimiche. Anche se secondo gli esperti non gli sarebbero servite a molto, pur se l'atropina fosse stata usata, il fatto che le portasse con sé fa pensare al fatto che Kim potesse essere stato allertato di un possibile attacco contro di lui con armi chimiche.

  

Che rumore fa un attacco nordcoreano alle Hawaii? Lo racconta sul Daily Beast Jon Letman, giornalista che vive nell'arcipelago americano del Pacifico. Ieri sono iniziate le prime esercitazioni in caso di attacco nucleare e missilistico, saranno mensili come tutte quelle che si fanno alle Hawaii per i disastri naturali.

  

Social impazziti. Il profilo Twitter dell'ambasciata americana a Seul ha twittato giovedì scorso questo articolo, spiegando che sempre più paesi mandano via diplomatici nordcoreani per via dell'ultimo test missilistico. Ovviamente non è vero. Per quanto riguarda l'Italia, citata tra gli esempi, il ministro Alfano annunciò di aver sospeso la procedura di accreditamento del nuovo ambasciatore nordcoreano designato il 3 ottobre scorso (lo avevamo raccontato qui, anche molto criticamente) dopo il sesto test nucleare.

  

Il profilo Twitter ufficiale della Cia ha twittato l'altro giorno: parli coreano? sei un cittadino americano laureato? sei interessato alla sicurezza nazionale? abbiamo bisogno di te. In pratica, la Cia ha bisogno di esperti che si occupino di penisola coreana - e fa un po' ridere che il reclutamento di massa di persone che conoscono il coreano arrivi solo alla fine del 2017.

 

Anche in Corea del sud c'è un bel fermento nei servizi segreti. L'intelligence di Seul ha avuto sempre un bel da fare sulle questioni interne, e il buco lasciato dalla sicurezza del Sud ha contribuito alla trasformazione del Nord nel paese che conosciamo oggi. Anche durante la precedente Amministrazione di Park Geun-hye, i capi del Nis, National Intelligence Service, erano piuttosto occupati nelle questioni personali della presidente, e come abbiamo già scritto, un paio di settimane fa sono stati condannati gli ultimi due funzionari. Per dare una ripulita all'Agenzia, a Seul hanno pensato bene di cambiargli di nuovo nome, dopo diciotto anni di "Nis". E come hanno proposto di chiamarla? International Security Intelligence Service. Che abbreviato si dice Isis. Risate un po' ovunque.

 

Intanto, come anticipato su Katane qualche mese fa, il ministero della Difesa di Seul ha annunciato la creazione di un battaglione speciale di mille uomini formati per eliminare la leadership nordcoreana.

 

Ma parliamo di cose reali: sapete che è il tredicesimo mese consecutivo che l'export sudcoreano cresce, +9,6 per cento.

 

Anche una società conservatrice come quella sudcoreana ha bisogno della sua rivoluzione sessuale. Il Guardian racconta la storia di Lin Yu-han, che racconta su Twitter le sue avventure sentimentali, e del Pleasure Lab di Seul, il sexy shop più famoso della capitale sudcoreana aperto già da un po' e soprattutto gestito da due donne.

 

GIAPPONE

Il tribunale di Okinawa ha condannato un cittadino americano all'ergastolo per aver rapito e ucciso una ventenne giapponese. Vi avevamo raccontato cosa sta succedendo nell'arcipelago a sud del Giappone, nei rapporti con i soldati americani, in questo reportage.

 

Il governo giapponese ha deciso che il 30 aprile 2019 l'imperatore Akihito non sarà più imperatore, e potrà andare in pensione come da lui richiesto. Gli succederà Naruhito, che è un diplomatico di lungo corso che ha studiato ad Harvard. L'imperatrice sarà la principessa Masako, la "principessa triste", che negli anni è stata al centro dei pettegolezzi della Casa imperiale perché ha avuto sempre un ruolo molto, molto riservato e marginale. Qualche dubbio rimane sulla sua salute.

 

Un bel focus di Bloomberg sul problema fondamentale che impedisce al Giappone di uscire definitivamente dalla stagnazione: la deflazione. Il target d'inflazione della Banca centrale giapponese è il 2 per cento. I prezzi iniziano a salire, ma ancora troppo poco. La strada, però, sembra quella giusta.

 

Ricordate l'incredibile scandalo che ha colpito di nuovo il sumo giapponese? Lo yokozuna Harumafuji, colpevole di aver tirato una bottigliata in testa a un collega lottatore qualche tempo fa, ha deciso di ritirarsi dalle competizioni. Nel suo racconto c'è qualcosa che non torna, tanto che la polizia l'ha interrogato per una seconda volta. Il caso è diventato un problema serio, dal punto di vista sportivo, e investe perfino gli organi governativi.

 

Il ministero della Salute di Tokyo ha deciso che il cambio di genere sarà coperto dall'assicurazione pubblica.

 

Il Japan Times ogni primo del mese mostra i suoi archivi storici. Il 1° dicembre di cento anni fa si parlava di agricolutura e riso. Il 1° dicembre di 75 anni fa, nel 1942, si parlava di kendo: in pratica, per combattere i nemici americani e britannici, si auspicava che i cittadini imparassero le tecniche di base per combattere anche solo con un bastone.

 

Ve la ricordate la Replay, la mitica penna con cui noi Millennials scrivevamo e poi cancellavamo. Chi la usa più, una Replay? Ma chi la usa più, una penna? Il mercato delle penne in realtà in Asia, ma soprattutto in Giappone, è floridissimo. La scrittura a mano è ancora una parte fondamentale del bagaglio culturale scolastico (senza kanji, e senza scriverli, difficile impararli). E qui c'è la bellissima storia della Pilot, il colosso delle penne nipponiche, che ha rivoluzionato il mercato una decina d'anni fa inventando una penna con l'inchiostro che diventa invisibile in caso faceste un errore.

 

Consigli non richiesti. Nel caso in cui voleste visitare un onsen, le meravigliose terme giapponesi, guardate prima questo video che vi spiega come fare. Come al solito, vale la regola dei tatuati-banditi. Esistono delle eccezioni (onsen privati, o turisti-friendly). Nel dubbio, però, se avete tatuaggi, prima di entrare domandate sempre al gestore.

 

CINA, E ALTRE STORIE

La Cina ha un piano in caso di collasso della Corea del nord? Forse sì, e si parla di trentamila soldati pronti a controbilanciare le Forze armate dispiegate al sud (Spalletta su Agi).

 

Intanto il soft power politico cinese, che influenza l'area asiatica, va a gonfie vele. Ieri Xi ha incontrato il primo ministro cambogiano Hun Sen, che evidentemente sta cercando di riallinearsi sempre di più alla Cina.

 

Il mastodontico progetto di Xi Jinping della Via della Seta inizia a vedersi anche in Italia. E' partito infatti in settimana il primo treno merci che unisce la Lombardia a Chengdu (raccontato splendidamente in questo pezzo dai Diavoli).

 

Che cosa sta succedendo nel sobborgo a sud di Pechino, nel "villaggio di nuova costruzione" dove il 18 novembre un incendio ha ucciso diciannove persone, tutte immigrate dalla Cina rurale? (Gabriele Battaglia su Internazionale). All’indomani della tragedia, le autorità di Pechino hanno scelto la linea dura: in migliaia sono stati cacciati - con un preavviso di pochi giorni o di ore - dalle loro sistemazioni informali nella capitale (Radicioni su La Stampa).

 

"Mentre le città italiane sono invase dalle bici di Mobike e Ofo, la terza azienda cinese del bike sharing, Bluegogo, ha dichiarato fallimento. In pochi mesi ha bruciato 119 milioni di dollari". E' scoppiata la bolla del bike sharing cinese, Lusi su Pagina99.

 

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Malaysia. Dopo che Isnilon Hapilon, capo dell'Isis in Asia, è stato ucciso a Marawi, nelle Filippine, chi sarà il nuovo leader del Califfato asiatico? Forse Amin Baco, cittadino malay.

 

Filippine. Tre uomini uccisi. Quindici agenti di polizia in borghese. Un'incredibile grafica di Reuters ricostruisce una delle operazioni della guerra anti-droga del presidente Rodrigo Duterte.

 
 
IL REPORTAGE
 
 
 
 
"Nel centro storico di Yangon, attorno all’isola di guglie dorate della pagoda Sule, popolata da monaci, indovini, cambiavalute, gente che dorme all’ombra dei budda e turisti, vivono dèi, fedeli e uomini di fede, mercanti e pover’uomini. In una passeggiata lungo la strada 29, tra palazzi coloniali in rovina, scopri un tempio hindu dove un gentile bramino ti benedice davanti alla statua di Parvati, consorte di Shiva, senza chiedere un’offerta. Dopo pochi passi, in un tempio jainista dalla facciata decorata da immagini smaltate di divinità, un anziano maestro ti consiglia di riflettere sulla vacuità del tuo andare". Continua a leggere il reportage di Massimo Morello dal Myanmar, durante la visita di Papa Francesco (nella foto, scattata il 2 dicembre, Bergoglio si trova a Dacca, in Bangladesh - REUTERS/Mohammad Ponir Hossain)
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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.