Una scena della serie tv Emmerdale

Come ho scoperto che l'alta orologeria è l'unico antidoto alla mia libido decadente

Costantino della Gherardesca

L’asessualità è una tendenza diffusa, ma tra i giovani

Da qualche anno vivo una débâcle fisica e morale senza precedenti. La mia libido ormai non è altro che il ricordo di un passato glorioso e le mie antiche prodezze sessuali sono fotografie ingiallite, vestigia di Imperi andati in rovina, come anfore cartaginesi incagliate sul fondo del Mediterraneo.

 

Una sera, mentre la depressione mi aggrediva con più forza del solito, una notizia ha ridestato la mia curiosità e – anche se solo temporaneamente – il mio interesse per la vita sul pianeta Terra: nel corso di Emmerdale, una soap opera inglese che va avanti da oltre quarant’anni (praticamente Un posto al sole, ma girato a Leeds anziché a Napoli), una dei personaggi principali, la giovanissima Liv Flaherty, ha ammesso di non essere interessata né ai ragazzi né alle ragazze e si è dichiarata asessuale.

 

L’attrice che la interpreta, Isobel Steele, ha appena diciassette anni, un dettaglio che mi ha fatto riflettere. Sulle prime, infatti, mi sono chiesto: “Ma come si può essere asessuali, soprattutto quando si è così giovani? Tutta quell’energia che ti scuote, se non la sfoghi nel sesso (fosse anche solo masturbazione), in che modo si manifesta?”.

 

La mia mente ha cominciato a girare e mi sono subito lanciato in una serie di ipotesi razzistissime: “Saranno di certo una manica di serial killer. Magari si tagliuzzano le braccia come gli emo o crocifiggono i gattini come i satanisti di provincia… Chissà se c’è da fidarsi di questa gente? Come minimo saranno cleptomani…”. In poche parole, nel giro di due minuti non solo avevo scoperto l’asessualità, ma mi ero anche inventato l’asessuofobia. Inorridito dal mio insospettabile lato reazionario, mi sono imposto di superare questi pregiudizi e ho fatto una rapida ricerca per capire chi fossero davvero questi asessuali.

 

Stando al loro sito di riferimento (www.asexuality.org), si definisce asessuale – o ace, per farla breve – chiunque non provi alcun tipo di attrazione fisica. Mi è bastato leggere questa frase perché l’iceberg dei miei preconcetti si scongelasse.

 

“Alcun tipo di attrazione fisica…” ho ripetuto tra me e, mentre pronunciavo quelle parole magiche, ho avuto l’impressione che un raggio di sole mi scaldasse il volto. “Forse” mi sono detto, “la scomparsa della carica sessuale non è un banale sintomo della mia vecchiaia, ma il definitivo compimento di una splendida metamorfosi: da gay ad ace!” Ma certo! Non poteva che essere così: la mia sessualità si stava tenendo al passo con la moda. Mi stavo librando verso le schiere celesti della beatitudine e non, come temevo, negli abissi della disfunzione erettile. Da asessuofobo improvvisato, mi stavo rapidamente convertendo in asessuale convinto.

 

Continuando la mia indagine, ho scoperto altri coming out ace molto interessanti, tra i quali due mi hanno particolarmente colpito. Il primo è avvenuto durante la terza stagione di BoJack Horseman, un cartone animato prodotto da Netflix. Todd Chavez, uno dei protagonisti della serie, si è dichiarato asessuale, scatenando la gioia della comunità ace americana, che si è sentita finalmente rappresentata nei media del proprio paese. Il secondo, invece, viene da oriente e riguarda quella che, a mio giudizio, è la vera star mondiale dell’asessualità: il cantante pop coreano Hansol, ex membro della boy band ToppDogg. Questo levigatissimo ventiquattrenne ha dichiarato il suo totale disinteresse per il sesso nell’estate del 2017, durante una diretta Instagram. Più che un coming out, la sua è stata una scalata pop alla santità: già idolo e sogno erotico delle ragazzine di mezza Asia, Hansol ha rinunciato a ogni connotazione corporea e si è fatto puro spirito (diventando, proprio perché irraggiungibile, ancora più desiderabile), oltre ad aver conquistato anche la difficile nicchia dei lithrosexual, ovvero coloro i quali sono disposti ad avere una relazione romantica solo con qualcuno che non ricambia il loro affetto.

 

Che si trattasse di ragazzine inglesi, personaggi dei cartoni animati o di angelici K-popper, il filo conduttore di queste scoperte era sempre lo stesso: l’asessualità è una tendenza diffusa (o perlomeno accettata e apertamente dichiarata) soprattutto tra i più giovani, ovvero tra quei ventenni che rappresentano la prima generazione post-sessuale a calpestare la crosta terrestre.

 

“Non ci posso credere!” mi sono detto. “Vuoi vedere che anche io, nonostante l’età, faccio parte di questa stirpe di eletti?”.

 

Preso dall’entusiasmo per questa rivelazione, mi sono avventato sul telefono e ho chiamato un caro amico psicoanalista lacaniano, nella speranza che confermasse la mia diagnosi e mi desse un filo di speranza.

 

“Carissimo, sono mesi che ormai non ho il benché minimo stimolo erotico. Non sarà che ho superato la mia fase frocia e mi sono trasformato in uno di questi nuovi asessuali di cui parlano tutti?”.

 

“Non credo, Costa… La scomparsa della libido, oltre che dal decadimento fisico o da un serio squilibrio ormonale, può essere provocata solo da un evento traumatico”.

 

“In che senso?”.

 

“Nel senso che per te l’omosessualità è un appoggio identificativo molto forte: è la base sulla quale hai fondato i tuoi gusti, le tue abitudini, l’essenza stessa della tua personalità… Rinnegarla richiederebbe un trauma devastante o uno sforzo mostruoso, come quello che fa un’anoressica quando decide di non essere più tale. Insomma, te ne accorgeresti, non sono cose che capitano nel sonno...”.

 

“Ma allora come te lo spieghi che non ho più desiderio sessuale?”.

 

“Be’, non è proprio così: la libido non sparisce nel nulla, ma si traduce in altri comportamenti compulsivi. Tu ne hai qualcuno?”.

 

“Vuoi che te li elenchi? Lo shopping, l’invidia, l’interior design, l’interesse per i farmaci e le cure sperimentali…”.

 

“Ti sei risposto da solo…”.

 

“Ma non sono impulsi che concretizzo quanto vorrei. Non ho soldi a sufficienza! Se li avessi, allora sì che sarebbero dei degni sostituti della libido… Mi farei fare uno yacht e lo riempirei di opere d’arte sensibilissime alla salsedine, in modo che si sfaldino dopo due giorni di mare, per il solo gusto di buttarle via e ricomprarne altre. Sarebbe l’equivalente di scoparsi un esercito di Tom Hardy…”.

 

“Non è necessario concretizzare questi impulsi, Costa. Averli è più che sufficiente”.

 

“Vuoi dire che quando sogno di comprarmi un orologio Royal Oak non sto facendo altro che sublimare la mia libido?”.

 

“Assolutamente sì!”.

 

“Quindi non sono un modernissimo asessuale?”.

 

“No, Costa, sei solo un vecchio frocio impotente”.

 

Ho messo giù e, con la morte nel cuore, sono andato a vedere siti di haute horlogerie fino a quando non è sorto il sole.

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