Donald Trump (foto LaPresse)

SuperDollaro by Trump

Edoardo Narduzzi

Il mercato statunitense è il più importante al mondo per importazioni totali e, anche, per le importazioni di vino di qualità

Sta per prendere il largo la presidenza di Donald Trump. Tutte smentite finora le previsioni catastrofiste formulate dai vari guru planetari che assegnavano all’elezione di Trump alla Casa Bianca la stessa volatilità ribassista dei cigni neri. Wall Street, invece, macina record e l’indice più importante vede la soglia dei ventimila punti, mentre il dollaro è lanciato ad agganciare la parità sull’euro ed è già ai massimi degli ultimi dodici anni. Quali opportunità, dunque, per il settore enologico e per il made in Italy della vigna possono nascere dalla presidenza Trump? Un’economia americana in salute, accompagnata da un dollaro forte rappresentano due novità di spessore per le cantine italiane.

Il mercato statunitense è il più importante al mondo per importazioni totali e, anche, per le importazioni di vino di qualità. Gli States sono anche il più grande mercato per consumo del pianeta, per questa ragione poter approfittare dell’abbinata consumi domestici in ripresa-superdollaro dovrebbe offrire al vino made in Italy l’occasione di guadagnare quote di mercato già nel corso del 2017. Se, poi, l’euro dovesse deprezzarsi anche verso altre importanti valute internazionali di paesi importatori di vino, come la Russia o il Giappone, allora l’anno appena iniziato si farebbe davvero interessante per l’Italia. La cosa più importante è non perdere la finestra strategica dischiusa dall’innovazione politica rappresentata dalla presidenza Trump che nelle relazioni internazionali sarà tutt’altro che neutrale.

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