Allain Juppé (foto LaPresse)

Un Bordeaux per Juppé

Edoardo Narduzzi

Un gioiello quasi inarrivabile venduto a un acquirente asiatico a Dubai nel 2013 per poco meno di 140mila euro

Francois Fillon come Donald Trump. L’outsider che prende tutti in contropiede e stravince le primarie. E’ accaduto anche nella statica e politicamente ammuffita Francia della tradizione gollista. Fillon, un candidato molto liberale e di destra, le primarie le ha stravinte lasciando in panchina il favorito della vigilia, il sindaco di Bordeaux Allain Juppé, da sempre una testa d’uovo del partito. Segno che il vento di cambiamento ormai spira forte un po’ ovunque, anche nei cantoni francesi poco avvezzi a far governare qualcuno al di fuori dell’élite dell’Ena. Fillon, da gran signore, ha offerto allo sconfitto bordolese due etichette memorabili del terroir più blasonato al mondo.

Una delle sei bottiglie dell’edizione limitata dello Chateau Margaux del 2009 di 12 litri. Un gioiello quasi inarrivabile venduto a un acquirente asiatico a Dubai nel 2013 per poco meno di 140mila euro. E un Petrus del 1961, annata storica del celebre castello bordolese, scambiato in asta da Christie’s nel 2011 a New York per 144mila dollari, il prezzo più alto mai spuntato in un’asta da questo Cru rosso. Profumi profondi e sensazioni uniche per brindare a quella che si annuncia come la grande rivincita dei gollisti per la riconquista dell’Eliseo dopo il quinquennio disastroso del socialista Hollande. L’energia della bacca rossa di Bordeaux è il contributo personale dello sconfitto Juppé per la prossima campagna elettorale. Una campagna che già si annuncia come un duello all’ultimo voto tra Marine Le Pen e lo stesso Fillon. A sinistra la crisi, ennesimo paradosso, ha spazzato via tutto, anche i residui dello statalismo socialista.

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