foto: Ufficio stampa Sky

MasterChef è giunto all'atto finale. Vincerà Valerio, lo chiede il pol. corr.

Mahatma

Tra noia e abbandoni di giudici, l'edizione numero sei dello show culinario va in archivio. Cracco se ne va, gli altri forse. Serve cambiare tutto, altrimenti farà la fine dell'Isola dei Famosi

Roma. Siamo arrivati all'atto finale della più noiosa edizione di MasterChef della storia della televisione. Quasi più noiosa dell'Isola dei Famosi, nonostante Eva Grimaldi abbia deciso di passare dall'amore per Gabriel Garko a quello per Imma Battaglia. Talmente incolore e scontata che neppure quelli di Striscia la Notizia (almeno fino a ieri sera) hanno rovinato come loro solito la festa, annunciando il vincitore dello show culinario. Niente, a nessuno importa di chi tra i tre ragazzotti più o meno bravi approdati in finale vincerà e scriverà un libro (onore che ormai viene riservato anche ai cani). Ricapitolando per chi si fosse addormentato dopo i consueti siparietti: uscita Margherita la donna dalla vocale aperta, a giocarsi tutto sono rimasti l'acida Gloria, la simpatica Cristina e Valerio, che una puntata sì e una no viene perculato dai giudici per presunta dedizione onanista. Che ridere, ragazzi. Nessuno eccelle e, va aggiunto, poco da dire c'è anche sulle solite strazianti scene di vita umana: niente ragazze madri con figli da crescere, quest'anno, né macellai in cerca di redenzione. Una roba normale, insomma, che non potrà che finire con l'incoronazione di Valerio, il giovane cresciuto con le lasagne della nonna e che sogna di lavorare in un ristorante stellato, anche lavando i piatti. Se dovesse vincere Gloria, siamo pronti a chiamare l'Esercito, altro che Carabinieri come auspicato l'anno scorso.

 

Edizione, si diceva più su, smunta. Mai un guizzo, mai un colpo di scena. Perfino Iginio Massari, di solito più cattivo di un generale della giunta militare argentina, quest'anno ha dispensato miele come non faceva neanche Wilma De Angelis cucinando nei mitici anni Settanta le tagliatelle con panna e salmone. Ma a MasterChef l'hanno capito, tant'è che dopo sei edizioni hanno deciso di fare il repulisti. Via i giudici, quasi tutti. Cracco l'ha già annunciato: torna a far da mangiare e ad aprire ristoranti con Lapo a Milano. Gli altri lo seguiranno a breve, si mormora. L'unico confermato, forse, sarà Joe Bastianich, ed è un bene. Almeno sentiremo ancora elogiare le patate americane senza inorridire dicendo di preferire brodaglie vegane che non darei da mangiare neanche alle mie galline. Visto che si parla tanto di 8 marzo, propongo due donne per sostituire il parterre degli chef: Cristina Bowerman e Suor Germana. 

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  • E' nato al nord (non serve dire dove né quando, anche perché sono informazioni buone per necrologi e che poco interessano il lettore più o meno interessato). Si considera maturo quanto a età, meno a dotazione intellettuale. Non se ne cruccia, sapendo che la capacità d'elaborazione mentale in codesto mondo non deve essere per forza alta (d'altronde Hegel e Kafka non sono più bestseller da qualche decennio). Segue lo sport in generale a eccezione delle bocce, del sumo e del golf, che considera una delle più grandi sciagure capitate all'umanità, quasi quanto lo sport trasmesso sulle reti Rai. (ne parla sovente su questo giornale) Appassionato di cucina televisiva, ama le pentole che si vedono a MasterChef (delle cui puntate cura periodicamente le recensioni sempre su questo giornale) e soprattutto la relativa dispensa. Ricorda con rimpianto la tv del cane di Paolo Limiti, Floradora.