La presentazione dell'ultimo smartphone di Samsung, la scorsa settimana a New York (foto LaPresse)

Perché l'Italia è la terra promessa dei pagamenti mobile

Eugenio Cau
Boku, compagnia di pagamenti via smartphone, annuncia una grande acquisizione nel mercato italiano. Quali sono le statistiche in cui primeggiamo

Prendi una qualsiasi statistica di sviluppo tecnologico, e l’Italia sarà quasi sempre all’ultimo posto in Europa. Alfabetizzazione informatica, diffusione di internet e della banda larga, digitalizzazione della Pubblica amministrazione: non c’è statistica in cui la maggior parte degli altri europei non ci sovrasti, e non c’è Agenda digitale o buon proposito del governo che per ora sia riuscito a cambiare questa direzione. Ma nonostante la relativa arretratezza italiana, o forse proprio grazie a questa, c’è un settore tecnologico in grande espansione che vede nell’Italia un mercato con maggiori potenzialità del resto d’Europa.

 

La scorsa settimana l’americana Boku, azienda tra le più importanti nel settore dei pagamenti mobile (e leader nel mondo nel settore dei pagamenti via smartphone che usano il conto telefonico come sistema di addebito) ha annunciato l’acquisto Mobileview Italia, compagnia di proprietà della tedesca dtms che si occupa di pagamenti online e che collabora con i quattro principali operatori telefonici italiani: Tim, Vodafone, Wind e H3g (le ultime due in procinto di fondersi). E’ uno degli investimenti più importanti di Boku in Europa, che segna l’inizio di un’espansione in cui l’Italia fungerà da trampolino e mercato privilegiato.

 

C’è una ragione semplice per cui Boku ha scelto l’Italia per la sua espansione. Di tutte le statistiche digitali in cui l’Italia langue, ce n’è una in cui primeggiamo: la diffusione di smartphone, la cui penetrazione arriva al 158 per cento della popolazione. In compenso, la diffusione delle carte di credito è relativamente bassa: solo il 34 per cento degli italiani ne possiede una. Per una compagnia che si occupa di pagamenti via mobile, è che è specializzata in pagamenti che non richiedono la carta di credito, questi numeri sono ideali: gli italiani sono sommersi dagli smartphone, spesso ne hanno due a testa, ma non si fidano delle carte di credito. Lanciare un sistema di pagamento che si basa solo sugli smartphone, dunque, potrebbe essere la scommessa giusta per convincere gli italiani ad abbandonare finalmente il contante. Grazie all’acquisizione di Mobileview, Boku fornirà pagamenti digitali per app, servizi e anche beni fisici a oltre 87 milioni di abbonati ai principali operatori, e darà inizio alla scalata europea.

 

[**Video_box_2**]Quello dei pagamenti attraverso smartphone è uno dei settori di sviluppo a cui tutti i giganti di internet stanno puntando. Apple ha lanciato il suo Apple Pay circa un anno fa, mentre la coreana Samsung ha presentato Samsung Pay la settimana scorsa. Google da tempo cerca di rafforzare il suo Google Wallet e Facebook prevede servizi di trasferimento di denaro attraverso il suo Messenger. Questi servizi usano la carta di credito come sistema di pagamento, mentre Boku cerca di semplificare il processo attraverso addebiti diretti sul conto telefonico. Boku è valutata 75 milioni di dollari e ha ricevuto finanziamenti dai più importanti investitori della Silicon Valley. Tra questi il principale è Andreessen Horowitz, compagnia famosa per aver contribuito alla nascita di Facebook e di molti giganti di internet.

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.