Dopo 15 anni torna un volo diretto da Roma alla Silicon Valley. E gli startupper esultano

Michele Masneri

La low cost Norwegian ha annunciato la nuova rotta Fiumicino-Oakland. Erano anni che si aspettava questa decisione 

San Francisco. Dopo quindici anni torna un volo diretto tra l’Italia e la Silicon Valley. La comunità degli startupper esulta, finalmente non saranno più necessarie quelle 20 e passa ore di volo con stop a Londra, Amsterdam, Parigi o Zurigo (ognuno ha la sua ricetta e i suoi trucchi, tutti evitano come la peste il Jfk). Il ceo di Norwegian Air, low cost norvegese in grande spolvero, ha annunciato infatti le nuove rotte e tra queste c’è un Fiumicino-Oakland. Oakland, da non confondere con la Auckland neozelandese, è un sobborgo di San Francisco (oltre che terra natale di Jack London) ed è una specie di Orio al Serio della Silicon Valley, tanti la preferiscono a Sfo perché c’è meno traffico. Erano anni che si aspettava questa decisione e qui è tutto un telefonarsi, scriversi, rituittarsi tra gli italiani tra i commenti del grande party per la festa della Repubblica organizzato sul porto. Esulta per la notizia l’ex console d’Italia Mauro Battocchi (oggi consigliere diplomatico del ministro Carlo Calenda) che molto si era speso lanciando una petizione condivisa da tutta la business community. “Finalmente la distanza tra l’Italia e Silicon Valley si accorcia”, ha twittato. L’Italia finora era l’unico paese del G7 a non avere un volo diretto con Silicon Valley. Con ripercussioni non solo tra i poveri viaggiatori ma anche come business: molte grandi aziende costruiscono infatti le sedi vicine agli aeroporti più strategici, e il fatto che non vi fosse una connessione con San Francisco ha pesato.

 

Marco Marinucci, ceo di Mind the Bridge, una delle organizzazioni più attive in Silicon Valley, con sedi a San Francisco, Londra e Pavia, commenta col Foglio che “c’è voluto un bel po’ e certo fa strano che non sia l’Alitalia ad aprire la nuova rotta. Però quello che conta è che il collegamento ci sia”, dice il manager ex Google che con la sua struttura organizza incontri, incubazione e integrazione tra startup italiane e Silicon Valley in particolare nel settore automotive, uno dei più promettenti al momento. Lamborghini ha appena annunciato una partnership con l’università di Stanford, mentre l’ex manager di Ferrari Corrado Lanzone è appena arrivato come capo del manufacturing in una delle startup più promettenti e segrete dell’auto senza conducente, Zoox.

 

Alberto Acito, ex manager BlackBerry, è stato appena nominato responsabile del desk attrazione investimenti dell’Ice a San Francisco: deve cioè convincere le aziende americane a investire in Italia. Sottolinea come “il traffico su voli internazionali per la California continua a crescere a conferma del suo crescente peso economico, non solo negli Stati Uniti. Nel 2016, gli aeroporti di San Francisco e Los Angeles hanno registrato il maggiore aumento di passeggeri tra tutti gli hub americani, oltre il 10 per cento di crescita per entrambe le città. Questi numeri trovano un riscontro diretto anche sul traffico dall’Italia. Qui a San Francisco e in Silicon Valley , dove in poco più di 80 chilometri vengono investiti ogni anno oltre un quarto del totale investimenti di venture capital mondiali, accogliamo un numero sempre crescente di giovani aziende del settore high-tech che, oltre ad espandersi commercialmente, cercano soprattutto contatti con investitori”. Secondo l’autorità aeroportuale di San Francisco, ben 300 passeggeri viaggiano già oggi ogni giorno da e verso l’Italia ma con scali nelle più diverse località, arricchendo Swissair, Lufthansa, Air France e altre (ma anche Turchia, Israele e Irlanda avevano un volo diretto). Veramente non si capisce come non ci abbiano pensato prima. Tra l’altro tra le varie aziende che possono beneficiarne c’è Autogrill, che tramite la controllata Hms Host è il più grande operatore di ristoranti e bar negli aeroporti d’America.

 

Mentre sempre più grandi aziende italiane stanno investendo in Silicon Valley: Marinucci sottolinea come il flusso di manager sia in aumento, anche Enel che ha appena aperto un avamposto all’Università di Berkeley sta intensificando le visite sulla tratta Roma-San Francisco. Jeff Capaccio, presidente dello Sviec, Silicon Valley Italian Executive Council, che organizza incontri di altissimo profilo (l’ultimo con il capo economista di Google Hal Varian, il prossimo con Chris Lehane, ex consigliere di Clinton e oggi responsabile delle politiche di Airbnb) dice al Foglio che “la notizia è assolutamente positiva, anche se si tratta di un servizio mirato più al turista piuttosto che il business traveler. Questo dimostra inoltre che esiste un buon mercato tra Silicon Valley e l’Italia. Spero che questo sia una forte motivazione per l’Alitalia o quello che sarà l’Alitalia in futuro per rientrare nel mercato San Francisco Italia tenendo conto anche del business traveler, quindi Milano e business class”. È un po’ paradossale infatti che a coprire una rotta a così alto potenziale economico sia una low cost; anche se i più esperti viaggiatori-startuppari qui già sostengono che la premium economy di Norwegian (che al momento fa scalo a Oslo) non è niente male, e costa la metà di una business normale (agli startupper non dispiace risparmiare un pochetto).