Dalle tlc ai servizi, le grandi imprese alla ricerca di giovani ricchi di idee e intraprendenza

Elena Bonanni
Il 20 aprile si chiude il bando di Edison con cui la società di energia ricerca le start-up più innovative nei settori Internet of things, low carbon city e sharing economy. A maggio Enel lancerà un incubatore di business per startup a Tel Aviv.

Il 20 aprile si chiude il bando di Edison con cui la società di energia ricerca le start-up più innovative nei settori Internet of things, low carbon city e sharing economy. A maggio Enel lancerà un incubatore di business per startup a Tel Aviv, patria della cosiddetta Silicon Wadi, la versione israeliana della Silicon Valley, selezionando le imprese in base alle sue priorità tecnologiche. Solo pochi mesi fa il gruppo elettrico italiano ha aderito a Roma Startup, l’associazione che raccoglie l’ecosistema delle start-up innovative attive nella capitale. Nuovo socio anche Poste italiane, impegnata in un percorso di innovazione digitale che l’ha portata a stringere un accordo con Digital Magics, incubatore quotato alla Borsa di Milano. L’obiettivo è “monitorare le novità che emergono dal mondo delle start-up e realizzare un Campus dell’Innovazione”.

 

Dalle tlc ai servizi, dall’energia alla tecnologia, le grandi imprese, e non solo, sempre più “ingaggiano” il mondo delle start-up in cerca di idee e opportunità. La chiamano Open Innovation, espressione lanciata da Henry Chesbrough con il saggio “The era of open innovation” (2003): la globalizzazione e la tecnologia spingono le imprese ad aprirsi all’esterno nella ricerca di innovazione.
Per le piccole imprese, create da giovani intraprendenti con buone idee, significa trovare fondi, supporto concreto alla crescita e prospettive. Se prese sotto l’ala di una grande azienda, hanno per esempio la possibilità di avvicinarsi al mercato di riferimento, condividere una strategia commerciale e acquisire referenze. Le start-up selezionate da Tim #Wcap, la “call for ideas” lanciata da Telecom Italia (che seleziona start-up digitali, le finanzia e le accelera – e lo farà anche nell’edizione 2016, presentata ieri) entrano per esempio subito nell’Albo Veloce, che le certifica per diventare fornitori Telecom Italia. In pratica, il gruppo di tlc potrebbe diventare un loro cliente. C’è per esempio Pedius, una app che permette alle persone sorde di fare normali telefonate attraverso le tecnologie di riconoscimento e di sintesi vocale, che oggi lavora con i servizi di assistenza clienti di Tim e si sta espandendo all’estero. Oppure Innaas, attiva nel settore dei big data analytics, che ha fornito il proprio software alle piattaforme Tim Stadium e Serie A Tim. Così come Eggup, che aiuta le aziende a scegliere i candidati più adatti a creare team di lavoro ad alto potenziale e collabora con Tim in un progetto di management education destinato a 500 manager.

 

Intercettare l’innovazione

 

Per le grandi imprese si tratta di intercettare le idee più innovative e sinergiche con il proprio business, che potrebbero garantire in futuro la leadership nel settore. “Siamo fortemente attratti da questo spirito imprenditoriale che si sta iniziando a veder rinascere in Italia. Seguiamo queste imprese con grandissima attenzione, abbiamo un gruppo di persone che sul territorio ci aiutano a capire chi sono e cosa fanno. Per noi sono la vita, altrimenti rischiamo che gli altri paesi ci sorpassino per innovazione”, ha dichiarato qualche tempo fa, in visita a Livorno alle sedi di alcune startup, Francesco Venturini, l'amministratore delegato di Enel Green Power, lo spin off di Enel sulle rinnovabili che proprio oggi termina le negoziazioni in borsa perché rientrato nel perimetro del gruppo elettrico. La stessa Enel si sta dando molto da fare nello scovare nuove soluzioni. Un esempio? Tra le start-up supportate c’è Snapback che ha sviluppato un nuovo prototipo con i reparti R&I e Innovation di Enel Green Power che verrà testato su impianti Enel. La start-up vuole rivoluzionare il modo con cui si interagisce con i dispositivi mobili smart: dall’attuale “touch and sight” a un’interazione multimodale. Tradotto in ambito lavorativo, significa usare i sensori già presenti nei dispositivi smart per comunicare in modo veloce e rapido con i sistemi di sicurezza dell’azienda: dalla creazione di comandi vocali, sonori, gesti e automazioni che consentono di rilevare una caduta o di verificare online i dispositivi di protezione individuale, agli applicativi che possono rilevare diversi parametri dell’utente, come il battito cardiaco o altri dati sensibili per il monitoraggio dello stato di salute, e inviare una richiesta di aiuto a una control-room.