Benvenuti nella storia della bicicletta: si corre l'Eroica

Giovanni Battistuzzi

Domenica si corre la ventunesima edizione della più importante ciclostorica al mondo. Numeri e curiosità per capire cos'è

E’ strada antica, bianca che ricorda tutta una storia di scatti e fughe, di imprese e delusione. Ovviamente a pedali. E’ polvere se c’è il sole, fango se dal cielo gronda acqua. In pratica una riedizione in un giorno di decenni e decenni di corse, un compendio, a guardare le due ruote che da Gaiole in Chianti partono e che per il Chianti corrono, di come si è evoluto ciclismo e la bicicletta.

1997

E’ l’inizio, vent’anni fa: già venti volte a girar per sterrati nel basso Chianti su di una bicicletta d’epoca, rigorosamente in acciaio e alla vecchia maniera: cambio sul telaio, fili dei freni che regalano arabeschi davanti al manubrio, pedali con gabbiette, ruote come da tradizione, maglie in lana e tanta gamba a spingere rapporti ai quali in molti non sono più abituati.

92

Sono i primi veri eroici, quelli che il 5 ottobre del 1997 iniziarono a pedalare per le colline toscane tra pezzi di asfalto e lunghi tratti di ghiaia e brecciolino. Nacque per scherzo e per riciclo, o così almeno si narra. Per farsi l’ultima buona pedalata in compagnia prima del letargo invernale e smaltire i resti dei banchetti della Granfondo “Gino Bartali” che si era corsa la domenica precedente.

 


 

Foto tratta dal sito dell'Eroica

21esima

E’ l’edizione che verrà corsa domenica 1° ottobre.

209

I chilometri del percorso più lungo dell’Eroica. Un giorno interno a pedalare per il Chianti e le crete senesi su e giù per oltre tremila metri di dislivello. Ci sono altri quattro percorsi: una passeggiata di 46 chilometri, poi 75, 115, 135 chilometri.

9

Sono le figlie sparse in tutto il mondo: Sudafrica, California, Buonconvento (Toscana), Montalcino, Monte Fuji, Spagna, Gran Bretagna, Limburgo, Uruguay. Perché le biciclette d’acciaio, le strade non asfaltate e, soprattutto, le storie mitiche dei campioni a pedali sono ancora qualcosa di irresistibile per moltissimi appassionati. Almeno per chi vive la bici come racconto e passione e non solo come strumento di fitness domenicale buono solo per staccare gli amici del maggior tempo possibile.

3.800

I chilometri che Inge Mads Gritvertveig, di Tromsø si fece inutilmente in macchina nel 2013. Partito il 4 giugno dalla Norvegia per correre l’Eroica, all’altezza di Modena ricevette una chiamata dalla moglie. La bambina che doveva nascere tre settimane dopo stava per venire alla luce. L’uomo fece marcia indietro e ritornò a casa. La bimba all’anagrafe è stata registrata come Atala, come il marchio della bicicletta che non è riuscito a usare in Toscana.

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