Quando le biciclette conquistarono Venezia: meno 40 al Giro100

Giovanni Battistuzzi

Nel 1978 Vincenzo Torriani portò il Giro d'Italia in Piazza San Marco. Dodici chilometri a cronometro che regalorono a Francesco Moser una storica vittoria

Tra i ponti e i canali, tra le calli e i bacari, sino all’ombra del campanile di San Marco, davanti alla basilica apparvero un giorno di maggio le biciclette. “Venesia xé pie e barche, color e tempo che nol score” (Venezia è piedi e barche, colore e tempo che non scorre), scrisse il poeta di Grado Biagio Marin. Quel 21 maggio 1978 però il tempo scorreva in un tic tac sportivo, i piedi e le barche erano solo contesto, il colore quello rosa, quello del Giro d’Italia. Quel 21 maggio 1978 si materializzava il folle progetto di Vincenzo Torriani, una cronometro che da Mestre attraversava la laguna per portare palmer e pedivelle nell’unica città italiana dove le macchine non esistono e le bici neppure, Venezia.

 

Dodici chilometri e poche centinaia di metri, gli ultimi quattro su marciapiedi stretti qualche metro con i muri da un lato e l’acqua dall’altro, su e giù per quattro ponti resi ciclabili da scivoli di legno, infine il ponte di barche di centocinquanta metri che attraversava il Canal Grande. L’arrivo. Primo Francesco Moser dopo 16 minuti e 11 secondi ai 44 all’ora.

Il campione trentino ricordò così quel giorno: “Piazza San Marco è stata una delle grandi trovate di Vincenzo Torriani: per me un’unica e immensa sensazione, pedalare su quelle passerelle allestite per la corsa e sbucare in quella magnifica piazza, con l’arrivo collocato proprio davanti al campanile. E’ stata un’emozione unica. (…) Dopo Torriani nessuno è riuscito a portare il Giro nel cuore di Venezia e mi rimane la soddisfazione di essere il solo vincitore della tappa conclusa a piazza San Marco: non so se in futuro riusciranno a organizzarla di nuovo una tappa così”.

Moser l’unico uomo che ha galleggiato sulla laguna, che ha conquistato un traguardo privo di cartelloni pubblicitari per rispettare la sacralità del luogo, che ha trionfato all’ombra del campanile, lì dove per secoli i veneziani nei pomeriggi estivi ne seguivano il movimento attorno ai baracchini che vendevano il vino. Un gesto divenuto abitudine, un’abitudine divenuta antonomasia. Ombra, ossia bicchiere di vino, ossia tappa fissa nel percorso che dal lavoro portava verso casa. Moser brindò per la terza volta a quel Giro, avrebbe vinto ancora tre giorni dopo a Cavalese. A Milano in Rosa però ci arrivò Johan de Muynck.

 

Vincitore: Johan de Muynck in 101 ore 31 minuti e 22 secondi;

secondo classificato: Giambattista Baronchelli a 59 secondi; terzo classificato: Francesco Moser a 2 minuti e  19 secondi;

chilometri percorsi: 3.610.