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Dubitare del gender è la nuova blasfemia

Redazione

Le persone hanno tutti i diritti, le ideologie nessuno. “Mi sto sforzando di ricordare un’altra volta in cui un’ideologia nuova e contesa è stata così accuratamente abbracciata", scrive Brendan O’Neill sullo Spectator (13/11)

"La capitolazione dell’istituzione alla politica del transgender è stata sorprendente” scrive Brendan O’Neill sulla decisione anglicana di aprire al gender. “Mi sto sforzando di ricordare un’altra volta in cui un’ideologia nuova e contesa è stata così accuratamente abbracciata. Abbiamo un governo di conservatori che spinge per un atto di riconoscimento che permetterebbe a chiunque di cambiare il proprio sesso senza bisogno di una pillola ormonale. Una chiesa ha emanato delle linee guida alle scuole incoraggiandole a lasciare che i bambini esplorino l’identità di genere. E naturalmente un sistema universitario in cui le scuole femminili sono aperte alle persone nate maschio, dove gli studenti sono invitati a usare pronomi neutri e chiunque dice che ‘gli uomini non possono diventare donne’ può aspettarsi di essere scacciato fuori dal campus. Anche suggerire che ci sono due sessi e che non si può realmente diventare l’altro, affermare quello che molti considerano essere un fatto biologico, significa rischiare di essere marchiato con l’accusa di fobia”. Il dogma del transgenderismo impone una propria legge della blasfemia. “Suggerire che gli uomini non dovrebbero usare i camerini delle donne nei negozi di abbigliamento è l’equivalente nel XXI secolo del dire che la Bibbia è una sciocchezza”.

 

E’ un dibattito simile all’eresia. O’Neill definisce l’ideologia gender “un’idea elitaria ed eccentrica che ha origine nella terra rarefatta del dipartimento di studi di genere, il cui linguaggio è quello delle cricche accademiche”. “Gli insegnanti che vogliono mantenere il proprio lavoro hanno poca scelta se non accettare questo consiglio”. Un insegnante cristiano a Oxford attualmente si trova a dover affrontare un’azione disciplinare presumibilmente per aver messo in difficoltà uno studente che si identifica come una ragazza. “Peggio ancora, l’insegnante crede che il sesso biologico sia definito alla nascita. Questa è l’eresia ora. Non importa che la maggior parte della gente lo creda, o che la società sia stata organizzata su questa base per secoli: durante la notte è diventato inammissibile. Temo per il futuro se non possiamo nemmeno dire ai ragazzi che sono ragazzi e che le ragazze sono ragazze. Se gli insegnanti non dispongono dell’autorità di dire: ‘Sei un ragazzo e dovresti indossare l’uniforme di un ragazzo’. Stiamo coltivando una nuova generazione che si aspetta che ogni proprio istinto sia rispettato istantaneamente e peggio che le infrastrutture sociali, dai bagni alle politiche, si muovano attorno ai loro istinti. E’ così bizzarro. Lasciatemelo dire quanto più chiaro possibile: gli adulti trans devono godere degli stessi diritti di ogni altro adulto e, allo stesso modo, le loro idee, le loro credenze, la loro fede devono essere sottoposte agli stessi livelli di critica e persino di ridicolizzazione di chiunque altro. Le persone hanno diritti; le loro ideologie no”.