I soldi fanno soldi

Le rendite dall'estero per la prima volta diventano positive per l'Italia

Maurizio Sgroi

Guardo la geometria dell’istogramma ocra, che a un certo punto spunta sopra quello azzurro e l’unica cosa che mi viene in mente è un vecchio detto di mio padre che diceva che i soldi fanno soldi. La sapienza popolare e la logica della bilancia dei pagamenti, che non potrebbero essere più lontane in teoria, sono vicinissime nella pratica. Il linguaggio astruso dei contabili di mestiere – il miglioramento del surplus di 44,4 miliardi è dovuto soprattutto al passaggio in surplus del saldo dei redditi primari – nasconde in effetti la semplice circostanza che noi italiani, nell’insieme, incassiamo dalle nostre rendite estere assai più di quanto paghiamo ai redditieri che, dall’estero, prestano i soldi a noi. Un fatto quasi storico, visto che negli ultimi tempi siamo stati sempre in debito. Cosa abbia condotto questo saldo a cambiare di segno, passando da -5,8 miliardi a +5,8 è materia per gli appassionati. Sarà merito dei tassi bassi della Bce, che hanno alleggerito gli interessi che paghiamo all’estero sui nostri debiti e insieme hanno trasformato gli italiani in investitori esteri? Probabile. Ma non è questo il punto. Il punto è che gli italiani hanno imparato talmente bene a far soldi coi soldi che hanno dimenticato il rovescio della medaglia così bene illustrato nel detto popolare della buonanima. Ossia che come i soldi fanno soldi, i pidocchi fanno pidocchi. E temo che il saldo positivo dei redditi primari, a discapito per molti dei redditi personali, ne nasconda una terribile proliferazione.