Il dilemma della diseguaglianza

Maurizio Sgroi

Meglio più diseguaglianza globale e più eguaglianza locale o il contrario?

E allora cosa preferiamo? Che ci sia maggiore eguaglianza a casa nostra a danno del resto del mondo, oppure il contrario? Perché questo è il dilemma di fronte al quale ci ha condotti la storia recente. Quello di un mondo dove l’economia ha provocato un maggior benessere globale a danno di una peggiore diseguaglianza locale. Ciò non vuol dire che sia un destino, ma di sicuro è il fatto da cui partire per immaginare un avvenire. Qualunque dibattito sul futuro dell’economia, se debba essere più globale o più locale, concorrenziale o protezionista, liberale o socialista, dovrebbe prima sciogliere questo dilemma, rifuggendo la scorciatoia facile di chi promette più benessere per tutti, indistintamente. L’economia esiste perché le risorse sono scarse, e tale scarsità implica che nel Grande Gioco ci siano comunque vincitori e vinti. Oggi i vincitori sono i paesi poveri, che lo sono meno, e gli sconfitti sono ampie fasce di popolazioni, all’interno dei paesi, poveri e ricchi, che sono retrocesse nella scala della ricchezza. Era meglio il contrario? Nessuno lo dice. Però forse lo pensano in molti.

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