Una manifestazione contro la sperimentazione sugli animali (foto LaPresse)

Appello della Ricerca al governo: “La sperimentazione animale è necessaria”. Parla l'Airc

Luciano Capone

Sull’onda di campagne politiche e mediatiche dal forte impatto emotivo, quando è stato il momento di recepire la direttiva europea sulla protezione degli animali in ambito scientifico, l’Italia ha prodotto un decreto legislativo che conteneva una serie di restrizioni ulteriori rispetto a quelle europee

Forse ha ragione Silvio Garattini: “Il problema fondamentale è che in questo paese la scienza non è considerata come cultura. E’ apprezzata perché dà alcuni vantaggi a tutti, ma non è considerata un modo attraverso cui fare conoscenza, al pari della cultura umanistica”. Ed è per questo stato delle cose che uno scienziato affermato a livello internazionale si è visto costretto a scendere in piazza, domenica scorsa a Milano, con la sua vitalità, la sua passione (e tutti i suoi anni) per difendere la ricerca italiana dal fanatismo del legislatore. “Se vogliamo progredire, se vogliamo trovare rimedi per tante malattie e per le sofferenze della gente – ha detto il fondatore e direttore dell’Istituto Mario Negri – non possiamo fare a meno della sperimentazione animale”. Ciò che ha spinto gli scienziati a manifestare è una scadenza imminente, quella del 31 dicembre, che segna la fine della moratoria per l’entrata in vigore del decreto che inserisce stringenti divieti nell’uso degli animali per la ricerca. La vicenda, che già sembra ingarbugliata, è il frutto del solito pasticcio all’italiana. Sull’onda di alcune campagne politiche e mediatiche dal forte impatto emotivo e scandalistico, quando è stato il momento di recepire la direttiva europea sulla protezione degli animali in ambito scientifico, l’Italia ha prodotto un decreto legislativo (il 26/2014) che conteneva una serie di restrizioni ulteriori rispetto a quelle europee.

Le limitazioni sono talmente assurde che la stessa legge che le prevede contiene per alcuni casi una moratoria che ne rimanda l’entrata in vigore, appunto dopo il 31 dicembre. Come se ciò non bastasse, la Commissione europea ha avviato nei confronti dell’Italia i primi passi della procedura d’infrazione, proprio contro queste norme troppo restrittive, che può sfociare in una multa salata a carico dei cittadini. Per mettere almeno una toppa a questa situazione Research4life – un’associazione che rappresenta i principali palyer della ricerca biomedica pubblica e privata come Airc, Telethon, il San Raffaele, l’università di Milano e tanti altri – chiede al governo di intervenire subito, quantomeno con una proroga. E’ scesa in campo anche l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc): “Serve una proroga di almeno 5 anni perché le ricerche sono pluriennali – dice al Foglio Niccolò Contucci, direttore generale di Airc – Poi si dovrà comunque intervenire in Parlamento per modificare la legge, per evitare multe dalla procedure d’infrazione europea che ammontano a qualche decina di migliaia di euro ogni giorno. Sarebbe paradossale che anzichè per la ricerca, i soldi vengano spesi per impedirla”.

Se in Italia si è arrivati a questo punto è anche per un discorso pubblico inquinato dal sensazionalismo: “Un po’ come col caso Stamina – dice Contucci – i media hanno coperto la questione colpendo la pancia delle persone, senza spiegare la complessità dei fenomeni. Molte associazioni animaliste hanno raccontato di vivisezioni, di pezzi di animali smontati e rimontati, bufale così grandi che mi sorprendo di come molti media abbiano abboccato”. La realtà, dice il direttore generale di Airc, è che i test animali sono indispensabili: “I ricercatori usano gran parte del loro tempo e del budget per seguire i test sugli animali, se potessero farne a meno sarebbero i primi a esserne felici”. Quali linee di ricerca verrebbero bloccate se non dovesse arrivare la proroga?“Il 50 per cento della ricerca oncologica e tutto ciò che riguarda le malattie neurodegenerative – dice Contucci – Ma bisogna guardare anche ai risultati acquisiti, solo negli ultimi decenni, contro le malattie cardiovascolari e il diabete che hanno salvato tantissime vite. Senza i modelli animali non sarebbe stato possibile”. ma andando più indietro, tutte le più importanti scoperte e innovazioni mediche sono state ottenute grazie alla sperimentazione animale: la scoperta delle malattie invettive, i vaccini, gli anestetici, i trapianti, le trasfusioni, l’insulina, i farmaci.

Giuliano Grignaschi, segretario generale e portavoce di Research4life, aggiunge due divieti previsti dalla legge italiana che affosserebbero importanti settori di ricerca: “Uno è il divieto di xenotrapianti (l’impianto di organi e tessuti da una specie all’altra, ndr), che sono fondamentali nella ricerca antitumorale e sui trapianti d’organo – dice Grignaschi al Foglio – e l’altro è il divieto d’uso degli animali nelle ricerche sulle sostanze d’abuso, l’unico modo che i medici hanno per studiare gli effetti delle nuove droghe di sintesi che vengono costantemente immesse sul mercato e spesso uccidono i nostri ragazzi”. Si tratta oltretutto di settori in cui la ricerca italiana è all’avanguardia, che danno lavoro a tante persone iper qualificate e che attirano investimenti pubblici e privati. Tutto questo ora dipende dall’approvazione del milleproroghe in zona Cesarini. 

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali