Vaccini (foto LaPresse)

Il vaccino non è un'opinione

Cari genitori, lasciate perdere le false credenze e vaccinate i vostri figli. La società è messa in pericolo da aspiranti chimici cultori della pseudoscienza. Un libro in uscita.

Nella nostra quotidianità abbiamo ben chiara la differenza tra i fatti e le opinioni. Quando commentiamo una partita di calcio ci accapigliamo sull’arbitraggio, sulla prestazione dei singoli giocatori, sulla tattica seguita dagli allenatori; ma anche nel contrasto più furioso nessuno si mette a litigare sul punteggio finale, perché lo consideriamo un fatto e come tale non lo mettiamo in discussione. Anche se ci spostiamo su temi che riguardano la prevenzione dei danni questa distinzione non manca. Qualcuno si opporrà al divieto di fumare nei locali pubblici, ma nessuno dirà che il fumo fa bene; altri affermeranno che le pene per chi guida ubriaco sono eccessive, ma non sosterranno che dopo avere bevuto la guida è più sicura; qualche motociclista incosciente girerà senza casco, ma non si difenderà davanti al poliziotto che lo multa dicendogli che in questo modo si sente più protetto in caso di incidente. Purtroppo questa corretta percezione svanisce quando parliamo di vaccini: hanno salvato e salvano innumerevoli vite e hanno risparmiato e risparmiano all’umanità una quantità impressionante di dolore; hanno un profilo di sicurezza e un rapporto rischi-benefici ineguagliato; la loro somministrazione è infine economicamente vantaggiosa. Questi sono fatti, dimostrati scientificamente e inoppugnabili, tanto certi quanto il punteggio finale di una partita di calcio. Eppure basta aprire internet per vedere i vaccini dipinti letteralmente come una minaccia gravissima per la nostra salute.

 

Qui potete leggere alcuni stralci di “Il vaccino non è un’opinione”, da poco uscito per Mondadori

 

E’ facile descrivere le gravi conseguenze di queste false credenze, al contrario è molto più difficile individuarne con esattezza l’origine. Sicuramente un ruolo cospicuo lo ha giocato la comparsa di nuovi mezzi di comunicazione che, come giustamente ha detto Umberto Eco, danno voce a chiunque e hanno sostituito la vecchia enciclopedia, dove scrivevano solo gli esperti qualificati. Ma probabilmente sono rilevanti anche la perdita di prestigio delle istituzioni e in particolare della figura del medico, la sfiducia nella scienza, una visione molto negativa delle multinazionali. Eppure la medicina ha fatto passi da gigante (come dimostrato dall’allungarsi formidabile dell’aspettativa di vita), la scienza ci ha cambiato in meglio l’esistenza sotto innumerevoli aspetti, le multinazionali non sono certamente degli istituti di beneficenza ma – oltre ad avere messo a punto farmaci che curano malattie prima mortali – nel 2015 in Italia hanno fatturato circa 300 milioni di euro con tutti i vaccini, e 1.700 milioni di euro con i farmaci per curare una sola malattia infettiva per la quale non abbiamo il vaccino, l’epatite C. Tutti questi fatti, purtroppo, appaiono spesso inefficaci nello smascherare le bugie.

 

Di nuovo, mentre la scienza ci offre dati precisi sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini e ci indica con esattezza tempi e modi della somministrazione, quando ci troviamo a ragionare su come invertire questa deriva antiscientifica le certezze sono davvero poche. Una di queste è però l’esigenza di ascoltare, spiegare, rassicurare e soprattutto porgere le informazioni in modo corretto. Questo è un compito degli operatori sanitari, visto che dietro a un genitore spaventato e disinformato c’è spesso un medico frettoloso; è anche un dovere dei giornalisti, in quanto così come a un dibattito sulla prevenzione e la cura del diabete non è opportuno invitare un pazzo che sostiene che questa malattia si cura mangiando torte, allo stesso modo non si può dare spazio in un giornale o in un programma televisivo a un medico che spaventa i genitori raccontando pericolose bugie, totalmente infondate dal punto di vista scientifico, che mettono a rischio la salute dei nostri figli e di tutta la società. Un’azione volta a ripristinare la fiducia nei vaccini, in ogni caso, è indispensabile. Infatti se non riusciremo a persuadere i genitori con le parole, ben presto ci penserà la vita a convincerli con i fatti, perché quando scoppierà un’epidemia e dovremo contare i morti, a quel punto tutti correranno a vaccinarsi. E’ avvenuto in passato ed è stato quello che ha vinto ogni resistenza nei confronti della vaccinazione contro il vaiolo, e se continuiamo a non vaccinare accadrà in futuro. Questo è un fatto: la mia opinione è che sarebbe meglio non arrivare a questo punto, ma fermarsi prima.

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