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Partorirai senza figli

Redazione

Dai giornali un altro alibi grottesco per spiegare la crisi demografica

La notizia la dà la Stampa, citando una ricerca condotta dall’istituto Doxa: una donna su cinque avrebbe subìto un “trauma legato al parto, fisico o psicologico”. E una parte di queste avrebbe deciso di non avere altri figli a causa di quel trauma. Una perdita di nascite stimata in 20 mila unità̀ ogni anno. L’inchiesta, condotta registrando le testimonianze di parenti e operatori sanitari, ha sicuramente sollevato una problematica poco emersa finora. La “violenza ostetrica”. Nessuno vuole negare che un simile fenomeno possa esistere. Ma legarlo alla terribile crisi demografica che attraversa l’Italia è, quanto meno, grottesco. Viviamo nel paese dove, qui a ragione, si parla di “medicalizzazione del parto”, la gravidanza come malattia anziché come fatto “normale”, il parto come un evento che medicine e parti pilotati, poltrone rigide e luci violente, culle in batteria e soprattutto l’abuso del taglio cesareo, hanno reso sempre più sicuro ma sempre meno umano. Le donne italiane ricevono ogni cura possibile, ogni ausilio, molti nostri ospedali sono all’eccellenza. Nessuno, se vuole, partorisce più con dolore.

  

Ogni volta, i giornali e gli “esperti” adducono un motivo diverso per la crisi delle nascite in Europa: la mancanza di lavoro, il deficit di aiuti alla famiglia, il ruolo della donna ancora troppo poco valorizzato, adesso il “trauma da parto”. Sono alibi, pretesti. Forse il risultato della ricerca va persino ribaltato. Non è che la crisi delle nascite è legata in parte proprio a questa smisurata attenzione, a questa cura ossessiva, che la nostra società ripone in una astratta “maternità”?

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