Grasso è bello (e sano)

Enrico Cicchetti

Un nuovo studio presentato a Barcellona al congresso europeo di cardiologia mette in discussione quanto indicato finora in molte linee guida sulla salute

Da quando l’Oms ha lanciato l’allarme sulla possibilità che la carne fosse un alimento potenzialmente cancerogeno, si sono spesi fiumi di inchiostro (soprattutto virtuale, tra commenti urticanti e tweet menagrami) per sostenere che l’unica speranza di sopravvivenza fosse passare – e subito! – a una dieta basata su seitan e germogli di soia.

   

Un nuovo studio presentato a Barcellona nel corso del congresso europeo di cardiologia mette in discussione quanto indicato fino ora in molte linee guida sulla salute cardiaca. Lo studio PURE (Prospective Urban Rural Epidemiology), è stato condotto dall'Università di Hamilton, in Canada, e i risultati sono stati presentati oggi e pubblicati su Lancet. I ricercatori della McMaster University di Hamilton sostengono che non siano la carne e i grassi ma un menu troppo ricco di carboidrati ad aumentare le possibilità di morte prematura.

   

Gli autori della ricerca propongono che le autorità sanitarie pubbliche attribuiscano maggiore attenzione al controllo dei carboidrati rispetto a quella spesa per denigrare i grassi. Il leader del gruppo di studio, la dottoressa Mahshid Dehghan, ricercatrice del Population Health Research Institute della McMaster University, ha dichiarato che nel menu ideale non vanno tagliati i lipidi – il che ''non migliorerebbe la salute delle persone'' – ma va limitata l’assunzione di carboidrati, non sopra il 55 per cento totale. I risultati delle analisi su oltre 135.000 individui provenienti da 18 paesi a basso, medio e alto reddito, dimostrano l'assunzione di grassi, a sorpresa, è associata a minori rischi. Gli individui nella fascia alta del consumo mostravano una riduzione del 23 per cento del rischio di mortalità totale, ma anche una riduzione del 18 per cento del rischio di ictus e del 30 per cento del rischio di mortalità per cause non cardiovascolari. 

  

Già una ricerca della prestigiosa Oxford University era giunta alla conclusione che mangiare carne non espone a rischi significativi per la salute. Ciò che conta, nella dieta, è rispettare un equilibrio nutrizionale. L’indagine riguardava le abitudini alimentari e il relativo stato di salute di 60.310 adulti, tra vegetariani, vegani e "onnivori" del Regno Unito negli ultimi 30 anni, fornendo alcuni dati percentuali sull’associazione tra le loro abitudini alimentari e l’insorgere di malattie. La risposta? Non ci sono significative differenze di mortalità a seconda della dieta scelta: i vegani e vegetariani inglesi non hanno una vita più lunga rispetto a chi mangia moderatamente carne.

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