Martin Lutero

Francobollo eretico

La gran sottana

“C’è Lutero, Lu-te-ro. Al posto della Madonna, sotto il Cristo in croce!”, urla il cardinale bevendo un’aranciata

"Toh, guarda. Guarda bene". Il cardinale ex curiale mi mette sotto il naso un foglio A4 stampato. C’è l’intestazione della Sala stampa del Vaticano. Sotto c’è un francobollo, una croce e due in ginocchio sotto il Cristo morto. Visto, e allora?, domando. “Ma come! C’è Lutero, Lu-te-ro. Al posto della Madonna, sotto il Cristo in croce”. Riprendo in mano il foglio mentre sto al bancone del baretto zona San Pietro, posto per turisti d’ogni nazione e tramezzini che neppure al mio peggior nemico farei gustare. Guardo l’A4 e leggo che l’immaginetta è il francobollo commemorativo che la Santa Sede stamperà per commemorare la Riforma protestante che compie mezzo millennio di vita. Il che già mi suona strano, ma vabbè. Mi impressiona quel che il cardinale mi dice sull’assenza della Madonna dal francobollo, sostituita da Martino il riformatore.

  

  

“Siamo riusciti a ribaltare la storia, la nostra storia. Siamo finiti a vergognarci del nostro essere cattolici – ormai sinonimo di brutto, cattivo, vanitoso, astioso e triste – e a lodare con entusiasmo incredibile chi ha spaccato per sempre la cristianità occidentale, definendo Roma una meretrice e distruggendo chiese e opere d’arte ivi contenute”. Il cardinale non mangia, beve un’aranciata e guarda fuori, dove in quel momento una comitiva di giapponesi sta passando diretta in Basilica. E’ sovrappensiero, controlla il Samsung che ha come salvaschermo il Cupolone petrino. “Siamo ridotti a questo”, dice di colpo, sconfortato. “Ma alla fine ogni cosa andrà al suo posto, non c’è da temere. Alla fine, si sa, non praevalebunt”.

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