Il sindaco di Roma, Virginia Raggi (foto LaPresse)

“Per evitare gli stupri scaricatevi l'App”, ecco il consiglio del tavolo sulla sicurezza

Salvatore Merlo

Contro le aggressioni, Raggi punta tutto su un'applicazione per smartphone e qualche lampadina a led

Roma. “La città risponde. Il modello sicurezza funziona”, conclude a un certo punto il prefetto, Paola Basilone. E questo mentre l’assessore regionale alle Pari opportunità, Lucia Valente, getta uno sguardo svagato al magnifico lampadario in vetro di Murano che arreda la sala grande della prefettura. E mentre il sindaco, Virginia Raggi, annuisce concentrata, con l’indice poggiato sulle labbra, come ascoltasse una grande e complessa verità.

 

E insomma improvvisamente non si capisce più perché prefettura, comune e regione abbiano dovuto organizzare questo super vertice per la sicurezza in città, con i rappresentanti istituzionali e i comandanti delle forze dell’ordine, tutti riuniti ieri attorno allo stesso tavolo. Né si capisce perché la riunione, nel corso della quale non è stata presa nessuna decisione meritevole d’essere riportata sulle colonne di un quotidiano serio, si sia dovuta concludere con una conferenza stampa in cui le istituzioni pubblicizzano una App per cellulari. Anzi, meglio, una App “per la sicurezza” che si chiama, con anglismo di dubbia fantasia, “whereareyou”. E infatti il maximum e l’optimum delle decisioni strategiche di questo super vertice arriva quando, con un po’ di sprezzo del ridicolo, viene spiegato che se una donna dovesse essere aggredita in un parco, o per strada, allora potrà scaricare l’applicazione – sperando, immaginiamo, che sia disponibile in zona il collegamento internet 3g. “Faremo scaricare la App alle ragazze nelle scuole”, esclama l’assessore Valente, con il piglio che dovevano avere i granatieri di Napoleone alla vigilia di Austerlitz.

  


Riunione strategica sulla sicurezza, ieri, in prefettura, con sindaco, prefetto e assessore regionale


 

Così, mentre il sindaco Raggi spaccia il piano di illuminazione al led, previsto dal comune per ragioni di risparmio economico, come fosse una raffinata strategia per rendere la città più sicura, e mentre la signora Valente s’attorciglia in una serie di avverbi che avrebbero irritato il Nanni Moretti di Palombella Rossa (“soggetto maltrattante”, “marito maltrattante”, ma come parla?), l’unica cosa seria – e vera – la dice il prefetto quando snocciola i dati della criminalità in calo in città e in provincia sottolineando anche, così, inevitabilmente, il cortocircuito tra la percezione di una Roma in cui i giornali raccontano uno stupro al giorno e il più modesto bilancio che risulta invece dai numeri. Certo è che se l’emergenza esistesse ci sarebbe da preoccuparsi, e molto, per un tavolo sulla sicurezza che affida tutte le sue speranze all’Appstore di Apple e alle lampadine al led.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.