Virginia Raggi (foto LaPresse)

Virginia Raggi mette nei guai i gelati

Massimo Solani

Il M5s va alla guerra contro la sosta selvaggia all’Esquilino, ma rischia di far chiudere il vecchio Fassi

Quando a luglio hanno visto il video del compleanno della sindaca Virginia Raggi, al Palazzo del Freddo di Giovanni Fassi, storica gelateria della Capitale con 130 anni di storia, sono saltati sulle sedie. Perché quelle torte gelato erano uscite proprio dal negozio di via Principe Eugenio, lo stesso attorno al quale la giunta pentastellata di Roma ha deciso di combattere una crociata… anzi: una guerra gelata, diciamo. Da tempo, infatti, il presidente della Commissione Mobilità Enrico Stefano ha deciso di far istallare su quel tratto di strada, di fronte alla gelateria, dei cordoli in cemento a protezione della corsia preferenziale. Il problema esiste ed è noto. Come è noto che la sosta in doppia fila di molti dei clienti di Fassi costituisca spesso un intralcio per il transito dei mezzi pubblici. Ed ecco il conflitto tra la rigida (gelata) posizione del M5s e le esigenze di business di Fassi. “Non difendiamo certo l’illegalità e siamo assolutamente d’accordo sul fatto che sia necessario trovare un rimedio – ci spiega Andrea Fassi – vorremmo solo che l’amministrazione si confrontasse con noi alla ricerca delle soluzioni migliori per tutti senza ripercorrere strade che hanno già fatto del male all’intero quartiere”. Perché l’idea dei cordoli in cemento, in realtà, fu tentata già negli anni 90 e i risultati non furono dei migliori, al punto che le barriere vennero rimosse dopo la chiusura di molte attività commerciali storiche di via Principe Eugenio. Nel settembre di un anno fa davanti alla Commissione Mobilità fu proprio “il patriarca” Leonida Fassi, 85 anni e una vita all’Esquilino, a provare a spiegarlo al presidente Stefano prendendo la parola dallo spazio riservato al pubblico. Unico modo per avere un confronto con l’amministrazione visto che sia Stefàno sia l’assessore alla Mobilità Linda Meleo non hanno mai risposto alle richieste di un incontro. Neanche quando Andrea Fassi ha pregato per “un sopralluogo, con i referenti di Atac e Polizia locale per verificare lo stato della carreggiata e valutare alternative“ o ha chieto di studiare l’ipotesi di “installare telecamere di sorveglianza e di segnalazione delle infrazioni”. Il dato di fatto è che nella via, strettissima, non esistono aree per la sosta carico e scarico e già oggi il transito dei mezzi dell’Ama e di quelli di soccorso è spesso complicato. Il rischio, insomma, è il ripetersi di quanto accaduto anni fa. E in bilico, ovviamente, ci sono anche gli interessi di Fassi, che il gelato lo deve poter vendere. “Abbiamo un piano B”, minaccia Andrea Fassi, “potremmo essere costretti a ridurre il personale o a ragionare addirittura sulla possibilità di un nuovo punto vendita”.

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