Ceronetti contro gli inebetiti da smartphone

Camillo Langone

Così la dittatura della condivisione deprime le nuove generazioni

“Gente inebetita, piegata in due davanti a uno specchietto magico, di cui un potere cosmico malvagio può fare qualsiasi cosa”. Così Ceronetti descrive gli utilizzatori di smartphone nel suo “Messia” (Adelphi), libro che nelle poche pagine in prosa (ho saltato le molte pagine in versi) dimostra come la grande letteratura sia superiore, per velocità e visione, perfino alla scienza. Alla psicologa americana Jean Twenge, comunque meritevolissima, è servito un intero libro per dire come le ultime generazioni vengano letteralmente distrutte dall’aggeggio che dispensa dosi di depressione, conformismo (la dittatura della condivisione), insonnia e asessualità fino alla perdita di qualsivoglia prospettiva riproduttiva e lavorativa. Per spezzare il terribile incantesimo Ceronetti esorta a pensare messianicamente, pur consapevole dei rischi (a molti un tempo parve Messia un “orribile demonio sifilitico”, lo stesso Lenin che a Diego Fusaro pare Messia ancora oggi). Io esorto a leggere Ceronetti. Su carta.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).