Perché molti cuochi italiani ci vogliono morti?

Camillo Langone

Cosa dicono dell'Italia e della cucina italiana i commenti sotto la foto dell’orsa abbattuta pubblicata dallo chef Floriano Pellegrino

“Ugo Rossi vergogna d’Italia” scrive su Facebook il migliore (così mi dicono) dei nostri giovani cuochi, Floriano Pellegrino del ristorante Bros di Lecce. E sotto c’è la foto dell’orsa abbattuta grazie a un amministratore, appunto Rossi, presidente della provincia di Trento, che si è preso una responsabilità prima che il plantigrado impazzito, solito ad aggredire montanari, si mettesse a mangiare turisti. Rischiando la gogna social dei cuochi anglofoni che vivono in comuni di mare e gli orsi li hanno visti nei cartoni animati. Fosse solo questo, sarebbe un caso personale. Ma sotto un altro post del cuoco leccese, stesso argomento e commento ancora più eccitato (“Più animali meno umani!!”), vedo i mipiace di tantissimi altri cuochi, giovani e non giovani, pugliesi e non pugliesi, qualcuno forse anche non tatuato, qualcuno forse anche capace di fare cucina raffinata senza zenzero. Eppure tutti compattamente antropofobi. Dunque è un fenomeno generale: molti cuochi italiani ci vogliono morti. C’erano una volta i camerieri che sputavano nel piatto prima di servirlo all’avventore antipatico, adesso ci sono i cuochi che odiano la clientela al punto da auspicarne pubblicamente l’estinzione. Prima di prenotare un ristorante, osservate il profilo Facebook del cuoco: se è un nemico della nostra specie, si tradirà.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).