Pescatori alle isole Eolie (foto Le isole d'Italia via Flickr)

Si può essere brave persone e pescatori di delfini. Spiegatelo agli animalisti

Camillo Langone

Tutto dipende dalla perdita della fede in Dio. Anche il caso dei pescatori delle Eolie

Tutto, ma proprio tutto, sembra dipendere dalla perdita della fede in Dio: la crisi demografica dipende dall’apostasia, la crisi economica dipende dall’apostasia… I pescatori delle Eolie, uomini a cui la durezza del mestiere avrebbe dovuto consigliare il primum vivere, si stanno impoverendo per essere passati dal cristianesimo all’animalismo. Nelle acque siciliane i sempre più numerosi delfini stanno facendo stragi di totani e le reti rimangono vuote ma, anziché chiedere il permesso di uccidere un po’ di nocivi, i pescatori chiedono sovvenzioni. Gli animalisti più fanatici sono i bambini: loro non conoscono la realtà, conoscono i cartoni animati e quindi parteggiano per i tursiopi. “Mio padre è una brava persona, non vuole ammazzare i delfini!” ha dovuto dire a scuola la figlia di un pescatore. Io mi domando: ci sarà in tutto l’arcipelago un prete o un frate che creda in Cristo anziché in Disney? Se esiste, che spieghi la possibilità di essere al contempo bravissime persone e pescatori di delfini. Se esiste, che legga dal pulpito il Genesi, “Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo”. Se esiste, che mostri il legame tra Bibbia e benessere.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).