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Spero sia legale difendere la lingua italiana

Camillo Langone

Parlando di rivolte nei centri di accoglienza, bisogna difendersi dall’idiozia delle attenuanti portate dai giornali immigrazionisti: letti a castello, bagni esterni, scarsità di medici

Siccome difendere la lingua italiana è diventato pericoloso, siccome criticare i nomi allogeni dei figli dei vip procura querele, farò silenzio su Kelsey Amal Cristoforetti. Spero sia ancora legale difendere quello che resta dell’intelligenza italiana. Spero sia legale difendersi dalla stupidità di definire profughi i nativi della Costa d’Avorio: trovate a costoro un altro nome, in Costa d’Avorio non c’è guerra, non sono profughi. Spero sia legale difendersi, parlando di rivolte nei centri di accoglienza, dall’idiozia delle attenuanti portate dai giornali immigrazionisti: letti a castello, bagni esterni, scarsità di medici… Due miei amici, pittori fuorisede, visti gli affitti milanesi dormono proprio in un letto a castello e non prendono a sprangate nessuno e dipingono quadri bellissimi; i nostri nonni, se non i nostri genitori, sono cresciuti con bagni esterni in comune e non hanno mai sequestrato chicchessia; due medici per 1.340 giovani rappresentano grosso modo la densità sanitaria del senile (e quindi più acciaccato) Giappone. Spero sia ancora legale difendersi dall’imbecillità trasmessa dalle parole e dalle spiegazioni imbecilli.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).