Stefano Ceccanti (foto LaPresse)

Il colloquio

Ceccanti: "Mattarella? Potrebbe cambiare opinione. La convergenza su Draghi non è semplice"

Luca Roberto

Il deputato del Pd: "Mi aspetto che dopo una serie di votazioni infruttuose, il presidente ci possa ripensare. Non c'è un'alternativa a un suo mandato bis. Il premier al Colle? Se non ci sono garanzie sul governo no"

"Continuo a pensare che non ci siano alternative al Mattarella bis. Non vedo in questo Parlamento la possibilità di eleggere altri presidenti". Il deputato del Pd, Stefano Ceccanti, l'indisponibilità a essere rieletto manifestata ieri dal presidente della Repubblica non la considera un punto di non ritorno. E in questo colloquio con il Foglio mette in fila le argomentazioni che fanno propendere per un ripensamento, anche dell'ultim'ora. "Non mi arrendo e non la prendo per definitiva", dice il costituzionalista. Forse il ricordo del presidente Leone è una non notizia. Così come quanto anticipato dall'Espresso, cioè che Mattarella avrebbe sottoscritto un nuovo contratto di locazione a Roma. E' intenzionato a prendere casa dopo il trasloco. La vera notizia sarebbe un capo dello stato che annuncia esplicitamente di volersi ricandidare. "Ma in realtà tutti i presidenti della Repubblica hanno cercato di farsi rieleggere. Tranne Napolitano, che poi, per ironia del destino, fu rieletto", ricorda il dem. "E ora Mattarella, che fa capire di non essere disponibile". Chissà.

Ma secondo l'esponente del Pd un conto sono le intenzioni. Un altro la possibilità che si possano concretizzare. "Il problema è presto detto: in questo momento il Parlamento è in grado di indicare un altro nome? Secondo me no. Autorevolmente il presidente ci dice di non voler essere rieletto, ma è un po' difficile uscirne. Quando ci troveremo a un certo numero di votazioni senza esito vedremo cosa accadrà". 

Lei che tasta l'umore dei gruppi parlamentari, ha visto montare un certo sconforto nel Pd nelle ultime ore? "Più che sconforto, ripeto, fatico a ritenerla una scelta definitiva. Perché osservando il Parlamento non trovo praticabili altre strade. Quindi mi aspetto che, dopo votazioni infruttuose, questa posizione possa cambiare".  Eppure c'è ancora chi si spende a indicare una soluzione ovvia. E cioè quella di traslare Mario Draghi da Palazzo Chigi al Colle. La prendereste in considerazione? "Se non è chiaro cosa succede al governo dopo lo spostamento del premier, direi che non esiste questa possibilità", risponde Ceccanti. "I parlamentari non votano al buio Draghi al Quirinale senza sapere cosa succede al governo". E non è soltanto lo spauracchio di elezioni anticipate a spaventare deputati e senatori, che comunque a meno di un anno dal termine della legislatura a questo punto preferirebbero di gran lunga finire il mandato. "Al di là dello scenario che prevede il ritorno alle urne, bisogna già sapere adesso che cosa succede dopo, altrimenti ci infiliamo in una crisi istituzionale. Se Draghi o chi per lui sono in grado di spiegarci chi lo sostituisce al governo, questa possibilità diventa reale. Altrimenti non c'è". 

A otto anni di distanza dalla rielezione di Giorgio Napolitano, insomma, si ripropongono molti degli elementi di quella stagione politica. "Anche lì c'era un Parlamento bloccato incapace di eleggere una personalità che non fosse il presidente uscente", racconta ancora Ceccanti. Che, da qui, fa discendere un considerazione per l'appuntamento a venire nei prossimi due mesi. "Se quella di Mattarella fosse l'unica soluzione possibile, sarebbe difficile sottrarsi". E' un auspicio personale, forse quello di un intero partito.