Foto LaPresse

La sfida di Minniti

David Allegranti

Chi lavora dietro le quinte per far candidare l’ex ministro alle primarie del Pd

Roma. Nicola Zingaretti dopo anni di attesa è dunque sceso in campo: si è candidato alla guida del Pd per il congresso che si terrà prima delle elezioni europee. Potrà contare, fra gli altri, sull’appoggio di Andrea Orlando. E i renziani? Ancora non hanno deciso il da farsi, sono alla ricerca del profilo giusto da contrapporre al presidente della Regione Lazio. Certo, circola sempre il nome di Graziano Delrio, capogruppo alla Camera (l’interessato smentisce), ma negli ultimi giorni ce n’è un altro che gira: quello di Marco Minniti, ex ministro dell’Interno. Lo si vede sempre più spesso in tv a fare da controcanto a Matteo Salvini e soci, soprattutto sull’immigrazione, suo cavallo di battaglia. Non è un caso. La candidatura di Minniti non dispiacerebbe ad alcuni renziani molto vicini all’ex segretario, da Lorenzo Guerini ad Andrea Romano. Senza pubblicizzarlo troppo, Minniti ha iniziato a girare l’Italia andando per le feste di partito e, come dice un autorevole dirigente del Pd, l’ex ministro “sta nel dibattito”. Poi si vedrà, dopo l’estate.

  

Delrio e Minniti hanno caratteristiche diverse, anche radicalmente diverse, comunque fortemente riconoscibili. “C’è bisogno di leadership con profili ‘radicali’”, dice un dirigente del Pd. Anche perché i Democratici vanno rifondati, come ammetteva in tv qualche giorno fa lo stesso Minniti. “Il punto fondamentale è che nessuno mette in discussione il ruolo e la funzione del Pd che, in questo momento, ha grandi spazi di azione politica”. Ma per far questo “deve cambiare profondamente il Pd. Possiamo dire che il problema del Partito Democratico in questo momento è il Partito Democratico per come esso è”.

  

L’ex ministro sfida quotidianamente il suo successore Salvini sui migranti. E se non lo fa in prima persona sono altri a farlo al posto suo a rivendicare il lavoro fatto. Prendiamo gli sbarchi e la posizione del governo: “E’ solo un esercizio muscolare su un problema che si è inventato Salvini”, diceva ieri David Ermini alla versione estiva de “L’aria che tira”. “Il problema degli sbarchi è stato in gran parte risolto dal ministro Minniti durante il governo Gentiloni. Salvini ha dovuto inventarsi questa polemica. Ha dato lo scossone in Europa? Sulla pelle della povera gente. Il vero problema che ha Salvini è mascherare le sue difficoltà nel mantenere le promesse che ha fatto in campagna elettorale”. Lo stesso Gentiloni in un Tweet ha ricordato che “il mio governo, con il gran lavoro di Marco Minniti, della diplomazia e dell’intelligence ha stroncato il traffico di essere umani. Ora vedo solo propaganda sulla pelle di poche decine di persone. Così si fa male all’Italia”. Come ha detto lo stesso Minniti, “siamo ritornati a un anno fa quando il problema sembrava essere una drammatica emergenza, abbiamo dimostrato che non lo è. Stiamo parlando ad oggi dell’80 per cento di arrivi in meno nel nostro paese e in Europa. Non si capisce la ragione per cui l’Europa debba implodere nel momento in cui abbiamo il punto più basso di arrivi. La verità è che il ministro Salvini sta estremizzando un punto di vista politico, sta facendo politica e propaganda. Non penso che questo abbia a che fare direttamente con gli interessi del nostro paese”. La linea Minniti però non convince i renziani alla Matteo Orfini, ultimamente piuttosto critico contro l’ex ministro. “Alcune scelte di governo hanno favorito lo sfondamento a destra. Se andiamo in tv a dire che l’immigrazione è un pericolo si fa assist a Salvini. La lettura sull’immigrazione data da nostro governo ha sdoganato la lettura di destra del fenomeno”, ha detto il presidente del Pd, trovando come alleato sul tema l’ex compagno di corrente Orlando, con cui i rapporti si sono interrotti anni fa “Io rivendico le scelte fatte dal governo per gestire i flussi migratori – ha detto l’ex ministro della Giustizia – ma condivido con Orfini il fatto che ci sia stata una sottovalutazione di parole d'ordine che si stavano affermando nella società e che forse non abbiamo contrastato con sufficiente forza”. Minniti insomma avrà non pochi avversari. 

Di più su questi argomenti:
  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.