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Potere al Popolo sogna un'Italia "modello Venezuela"

Maurizio Stefanini

“L'esperienza venezuelana si può considerare la nostra principale fonte di ispirazione”, ha detto Viola Carofalo, leader del partito che vorrebbe riportare la sinistra radicale nel Parlamento italiano

“L'esperienza venezuelana si può considerare la nostra principale fonte di ispirazione”: così Viola Carofalo, leader di Potere al Popolo, in un'intervista al quotidiano argentino Pagina 12 ha così sintetizzato il programma della lista che si propone di riportare la sinistra radicale nel Parlamento italiano. Non con molte prospettive di successo: i sondaggi più ottimisti la danno l'1 per cento. Anche perché c'è voluta la quasi concomitanza tra la coltellata a un suo militante a Perugia e l'aggressione a un esponente di Forza Nuova a Napoli concedere alla lista un po' di attenzione sui media.

 

Per ora Potere al Popolo ha avuto l'endorsement di Luigi De Magistris, sindaco di quella Napoli in cui Viola Carofalo lavora come ricercatrice precaria, e che appare come la maggior roccaforte della lista. E anche del leader di France Insoumise Jean-Luc Mélenchon, altro noto estimatore di Maduro, che giusto una settimana fa è venuto a Napoli per spiegare alla lista “come fare la lotta per la rivoluzione”.

 

Che Viola Carofolo abbia più estimatori e riferimenti all'estero che in Italia sembra anche dimostrato dal fatto che esiste su di lei una pagina della Wikipedia in inglese, ma non in italiano. O meglio: quest'ultima c'era, ma è stata cancellata dai curatori con la motivazione che aveva un contenuto “palesemente non enciclopedico e promozionale”. Ed è riprova di questo prestigio più internazionale che nazionale anche questa intervista a lei fatta dal quotidiano di sinistra di Buenos Aires, già ardente sostenitore dei Kirchner, per farle spiegare che “la sinistra europea non è più solo un fantasma”.

 

Nel frattempo, in Venezuela la Tavola di Unità Democratica ha appena dichiarato che il fronte delle opposizioni boicotterà il voto del 22 aprile per la mancanza delle minime regole di agibilità democratica. Un'inchiesta sulle condizioni di vita fatta dalle tre più autorevoli università del paese ha appena certificato che l'87 per cento dei venezuelani vive sotto la linea di povertà e il 61,2 per cento sotto quella di povertà estrema. Le proiezioni del Fmi danno un pil che si è dimezzato in sei anni e un'inflazione che veleggia al 5mila per cento. La stessa Procura Generale ha ammesso che la corruzione è costata alla sola società petrolifera di Stato Pdvsa 15 miliardi di dollari. Colombia e Brasile hanno dovuto addirittura mandare l'esercito alle frontiere per l'emergenza di un'ondata di profughi venezuelani che sta destabilizzando l'intera regione.

 

L'ultimo rapporto di Amnesty Interntional ha inoltre appena rilanciato le cifre della ong Foro Penal Venezolano secondo cui in Venezuela nel corso del 2017 ci sono state 5.341 detenzioni per motivi politici. La Corte Penale Internazionale ha appena iniziato l’esame preliminare delle accuse su Maduro. La maggior parte dei paesi membri dell'Organizzazione degli Stati Americano ha appena chiesto di escludere Maduro dal prossimo vertice.

 

Per Viola Carofalo, però, tutto ciò è “distorsione”. È in Italia “che non si potrebbe stare peggio”, e appunto per stare meglio e per superare “l'ora zero della sinistra” bisognerebbe prendere esempio dallo stile di Maduro, il “modello per eccellenza”.

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