Walter Veltroni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (foto LaPresse)

Veltroni realizza la Grande Coalizione televisiva (e anche un po' politica)

Marianna Rizzini

All'Auditorium Parco della Musica anteprima del documentario prodotto da Sky dell'ex segretario Pd “Tutto davanti a questi occhi”. In platea, oltre a Napolitano e Mattarella, Franceschini, Zingaretti, Malagò, Gianni Letta. Assenti Renzi e i renziani

Roma. È la sera del 22 gennaio e all'Auditorium Parco della Musica, in presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, si proietta in anteprima il documentario di Walter Veltroni “Tutto davanti a questi occhi”, film e non fiction, lunga intervista a Sami Modiano, uno dei pochi sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz. E, per quanto riguarda il documentario in sé, prodotto da Sky in collaborazione con Palomar per la Giornata della Memoria (andrà in onda il 27 gennaio a schermi congiunti Sky, Rai3, La7, Mediaset), non si può che dire che Sami Modiano mentre racconta ipnotizza, anche se per quasi cinquant'anni non ha parlato.

 

Il silenzio, dice, si è sciolto all'improvviso quando ha accompagnato per la prima volta un gruppo di studenti a visitare il campo, durante un “Viaggio della memoria” con l'altro sopravvissuto Piero Terracina. Da allora Sami non ha più smesso di raccontare e accompagnare: “Se questo può servire, finché sarò in grado, ne sono felice”, dice a voce e con gli occhi, gli stessi occhi che piangono di rabbia quando racconta davanti alla telecamera il momento in cui, causa leggi razziali, nella Rodi allora italiana, è stato espulso dalla scuola elementare – “dimmi tu: come fai a spiegarlo a un bambino?”, dice. Il suo racconto è fatto prima di tutto di gesti, un gesto per il tutto. Basta la mano che mima un “ciao” e le braccia che si chiudono su se stesse in un abbraccio immaginario: che cosa può essere passato nella mente di due fratelli, un maschio e una femmina, lui più piccolo lei più grande, mentre si guardano da un lato all'altro del muro di filo spinato, con le teste rasate, riconoscendosi a stento per quanto sono magri, ma tirandosi a vicenda, come “regalo”, l'unica fetta di pane delle 24 ore? E Sami, oggi ultraottantenne, sembra il tredicenne di allora quando ripete ossessivamente i “perché?” che, dice, tormentano un sopravvissuto dopo la liberazione.

 

Ma questo è anche un film di Walter Veltroni e, come accade per ogni film di Walter Veltroni, ex sindaco di Roma ed ex segretario-fondatore del Pd, il contesto non è indifferente agli occhi dei dietrologi. Intanto l'Auditorium in sé, creatura architettonica (Renzo Piano) più che mai veltroniana (d'antan). E poi l'insolita Grande Coalizione Televisiva (i suddetti schermi congiunti Sky-Rai-Mediaset-La7) che, in presenza del presidente della Repubblica Mattarella e del presidente emerito Giorgio Napolitano, del sindaco a Cinque Stelle Virginia Raggi nonché di alcuni ministri Pd (Dario Franceschini, Marianna Madia, Valeria Fedeli), ma non dei ministri più specificamente renziani né di Matteo Renzi in persona, fanno pensare a più di un convenuto, forse suggestionato dal voto imminente: ma non sarà per caso anche un segnale? Per non dire dei particolari: Franceschini a braccetto con Napolitano, Raggi che si soffia il naso, Madia con inconsueto, drammatico trucco, Fedeli sorridente a stringere mani, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti pensieroso. Per non dire del resto del parterre: tra gli altri, Gianni Letta e Giovanna Melandri, Giovanni Malagò e Gaetano Caltagirone, Pippo Baudo e Nicola Piovani, Giovanni Calabresi, Valeria Solarino e il capo della Polizia Franco Gabrielli.

 

Più, in area Repubblica, e in pieno caso Scalfari-De Benedetti, Mario Calabresi e Massimo Giannini (c'è chi, tra i dietrologi, cerca nella folla il condirettore Tommaso Cerno, il quale, visto l'orario, forse è impegnato nella chiusura del giornale). Poi l'amministratore di Sky Italia Andrea Zappia dice: “La testimonianza di Sami Modiano è parte della storia della nostra nazione e di noi tutti…questi fatti e queste storie, all'apparenza sono lontane, in realtà sono molto vicine. Nel suo piccolo è anche una giornata unica per il mondo della televisione, perché il documentario verrà mandato in onda contemporaneamente su Sky, Rai, Mediaset, la 7. Confermando come di fronte a temi fondamentali un’intera industria molto competitiva sappia unirsi, mettendo a disposizione lo straordinario strumento di comunicazione che è ancora oggi la Televisione”. E a quel punto chi spera in politica, nella Grande coalizione, quasi quasi ci fa un pensierino.

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.