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Nel Lazio può nascere un'alleanza innovativa, “fuori da schemi nazionali”, dice Zingaretti (Pd)

Nicola Zingaretti

Ci scrive il presidente della Regione Lazio rispondendo all'intervista di Stefano Fassina, uscita giovedì su Roma Capoccia

Al direttore - Ovviamente Stefano Fassina per le prossime elezioni regionali assumerà le decisioni che riterrà più utili e opportune per il suo progetto politico. Sarebbe però giusto basarle su argomenti e fatti reali. E in alcuni passaggi dell’intervista rilasciata al vostro giornale Fassina non lo fa. Partiamo dalla sanità: “Le poche risorse disponibili sono state dirottate in via preferenziale su quella privata a scapito della Sanità pubblica”, sostiene Fassina. Questa affermazione è totalmente priva di fondamento. In realtà, quello che è accaduto è l’esatto opposto. Sotto il mio mandato, dopo 10 anni, sono ripartite le assunzioni nel sistema della salute pubblica: da 68 assunzioni del 2013 passiamo a 1.700 assunzioni nel 2017, arriveremo a totali 3.500 assunzioni nel 2018, tra cui i 1.400 precari della sanità pubblica che stiamo stabilizzando dopo anni e anni di incertezza. Abbiamo inoltre investito come non era mai stato fatto nel Lazio sulla salute della donna, con oltre 13 milioni di euro destinati ai consultori e un piano già finanziato per ristrutturare l’intera rete perinatale. Grazie all’azione di risanamento dei conti, abbiamo oggi investimenti sulle strutture della sanità pubblica del Lazio per oltre 700 milioni di euro.

 

Per quanto riguarda la “cura del ferro”, occorre ricordare che grazie agli investimenti sbloccati in questa legislatura siamo arrivati al rinnovamento dell’83% del materiale rotabile, aumentando sensibilmente offerta, puntualità e qualità dei viaggi per i pendolari. Abbiamo un nuovo contratto di servizio con Trenitalia che mette in campo un investimento complessivo per il Lazio di oltre 500 milioni di euro per l’acquisto di nuovo materiale rotabile, nuove tecnologie e interventi sulla rete. È partita da poco la gara per l’assegnazione dei lavori sulla ex concessa Roma-Civitacastellana-Viterbo. Lo stesso faremo con la Roma-Lido. Abbiamo inoltre un investimento sulla mobilità sostenibile di oltre 150 milioni di euro, dei quali 54 sono già a disposizione della Capitale. Senza contare il lavoro importantissimo di rilancio di Cotral, l’azienda regionale del trasporto pubblico che, grazie all’opera di risanamento effettuata, ha potuto investire su nuovi bus e sull’assunzione di nuovi autisti.

 

Sulla Roma-Latina all’inizio della legislatura interrogammo il Governo, allora presieduto da Enrico Letta, sulla possibilità di dirottare le risorse destinate alla nuova autostrada su altri progetti. Forse Fassina lo ricorderà, dal momento che presiedeva il pre-Cipe, dove si concorda programmazione economica e finanziamenti: la risposta fu negativa. Per questo il progetto va avanti. Diamo ovviamente la massima disponibilità a un confronto su tutti gli aspetti che riguardano l’opera, a partire dalla questione dell’ingresso a Roma.

 

Sul piano rifiuti non è vero che non è mai stato fatto nulla. Ricordo che nel 2013 il 70% dei rifiuti del Lazio veniva sotterrato, ora i rifiuti non trattati che finiscono in discarica sono pari a zero. Noi abbiamo posto fine allo scandalo Malagrotta e siamo intervenuti con investimenti inediti per aiutare i Comuni del Lazio nella differenziata: 104 milioni di euro nel biennio 2014-2016 e 58 milioni di euro nel 2017. Uno sforzo che ha prodotto risultati importanti, dato che la raccolta differenziata nel Lazio è cresciuta di quasi il 5% in un solo anno, passando dal 37,5% del 2015 al 42,4% del 2016. Inoltre, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, voglio ricordare che è stata approvata la nuova legge sui rifiuti in Giunta che contiene misure importanti e fortemente innovative sulla gestione del ciclo dei rifiuti, come la regolamentazione degli ambiti territoriali della gestione dei rifiuti o il vincolo da parte degli impianti di trattamento meccanico-biologico per ammodernarsi entro due anni per produrre al massimo il 10% degli scarti di lavorazione.

 

Infine, sui presunti “elementi inaccettabili” nelle politiche urbanistiche regionali, è importante ricordare che uno dei primi atti nella nostra legislatura fu la modifica del Piano Casa ereditato dalla precedente Giunta, con l’abrogazione delle norme che prevedevano l’applicazione del piano in deroga alle leggi nazionali e alla pianificazione regionale sulle aree naturali protette, i parchi e le zone sottoposte a vincoli paesistici. Con la nuova legge sulla rigenerazione urbana siamo la prima e unica Regione a superare il Piano Casa e poniamo fine a un modello di sviluppo fondato sul consumo di suolo. Viene infatti introdotto il principio della demolizione e ricostruzione, che permette di innalzare la qualità del nostro patrimonio edilizio già esistente dal punto di vista ambientale, energetico e negli standard di sicurezza. La nuova legge dà inoltre la possibilità ai Comuni di individuare aree urbane del disagio e di programmare interventi di sistema per riqualificarle. Dunque, un’opportunità importantissima per intervenire sulle periferie e sulle zone del disagio.

 

Questa è la realtà dei fatti. Io credo che ora la sfida nel Lazio sia la costruzione di un’alleanza innovativa, coraggiosa, fuori dagli schemi nazionali. Per continuare a cambiare e per evitare il rischio di far ripiombare il Lazio in una situazione di caos e arbitrarietà. La condizione, però, è il rispetto di tutte le idee e il rispetto, anche, di un’esperienza di governo difficile, complicata, ma che ci ha permesso di raggiungere insieme risultati importanti, a favore dei cittadini, del lavoro, dello sviluppo e dei territori.

Nicola Zingaretti

presidente della Regione Lazio