Luigi Di Maio (foto LaPresse)

Contrordine, grillini! Ora il Rosatellum è un'ottima legge elettorale

Luciano Capone

Per Di Maio il M5s ha perso in Sicilia per colpa delle preferenze: “Alle politiche non sarà così. Basta barrare un simbolo e via”

Roma. Si sono imbavagliati, si sono bendati, l’hanno chiamato “Merdellum” e “legge truffa”, hanno occupato le piazze, hanno sbagliato le piazze con Dibba a prendere fischi nella manifestazione sbagliata, quella di Pappalardo. E poi hanno evocato il fascismo, un po’ perché hanno accostato Paolo Gentiloni a Benito Mussolini ma soprattutto perché i loro leader, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e Beppe Grillo, prima hanno organizzato un accerchiamento del Parlamento e poi hanno invitato i militari a farlo: “Non abbiamo potuto fare una manifestazione attorno al Senato perché hanno paura – sbraitava Grillo dal palco – la polizia ci ha consigliato di stare qua e io ho consigliato alla polizia di andare la e accerchiarli loro. Perché questa cosa la dobbiamo risolvere”. L’obiettivo era la nuova legge elettorale, il Rosatellum. Una norma antidemocratica e anticostituzionale, soprattutto perché secondo il M5s impediva di scegliere i candidati con le preferenze.

 

Tutta acqua passata. Uno degli effetti imprevisti della sconfitta di Giancarlo Cancelleri in Sicilia è che adesso per il M5s il Rosatellum è un’ottima legge elettorale. Il dirigenti pentastellati non lo dicono in maniera esplicita, forse non se ne rendono neppure conto, ma lo fanno capire dalle giustificazioni che danno dell’esito elettorale. L’analisi della sconfitta grillina non contempla il fatto che il centrodestra guidato da Nello Musumeci abbia vinto con un largo margine perché aveva una coalizione più ampia e una proposta più credibile. Macché. Il M5s non ha perso, è il vincitore morale! Se saranno gli altri a govenrare è solo perché hanno imbrogliato (“Con Luigi abbiamo provato a coinvolgere pure l’Osce”, dice Cancelleri), perchè avevano le liste piene di “impresentabili” che con le preferenze portavano pacchetti di voti. “ In Sicilia abbiamo ottenuto un risultato incredibile – dice DiMaio – nelle peggiori condizioni politiche: voti di scambio, astensionismo, ‘figli di’ con 20 mila preferenze e oblio mediatico su delle elezioni importantissime”. La stessa linea che Di Battista affida al giornale di riferimento: “Il 35 per cento di Cancelleri in Sicilia per me vale moltissimo a livello nazionale, perché quel voto di scambio e quelle liste di impresentabili altrove non li avranno – ha detto al Fatto –. Senza accozzaglie e senza impresentabili con i loro voti di scambio, il M5s è imbattibile. A livello nazionale non potranno trovare facilmente gente come il figlio di Genovese, con i suoi 20mila voti. Possiamo vincere le Politiche”.

 

In pratica se il M5s ha perso in Sicilia è solo per colpa di una legge elettorale che avvantaggia i vecchi partiti attraverso quel meccanismo che da sempre favorisce il voto di scambio e clientelare: le preferenze!

 

Per fortuna Partito democratico, Forza Italia, Lega Nord e tutti quelli che hanno votato il Rosatellum – compreso il Presidente della Repubblica che l’ha firmato – non hanno ascoltato le proteste vibranti dei grillini, optando per collegi uninominali e liste bloccate. Grazie a loro ora il M5s potrà correre per vincere con una legge elettorale molto più equa e trasparente di quella prevista per le regionali. Il Rosatellum è un’ottima legge e non è affatto vero che penalizza il M5s. Lo dice esplicitamente, anche se forse senza neppure rendersene conto, proprio Luigi Di Maio: “Alle politiche non sarà così difficile – ha detto il candidato premier del M5s –. I cittadini dovranno barrare il simbolo sulla scheda e basta. I signorotti dei voti non potranno usare mezzucci come il trascinamento, i nomi sulla scheda scritti in un certo modo per segnarla e renderla riconoscibile a chi controlla il voto, liste piene di rastrellatori di voti e altre schifezze”.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali