La sala (semivuota) all'incontro di ieri sera all'Hotel Tower Plaza di Pisa (foto: David Allegranti)

Una sera a Pisa, tra i Cinque stelle che imparano a fare gli esposti

David Allegranti

Toninelli, Bonafede e l'avvocato Andrea Colletti spiegano a una platea semivuota come funziona Rousseau e come fare segnalazioni all'autorità di pubblica sicurezza. A fine serata, test di valutazione e attestato di partecipazione

Pisa. Hotel Tower Plaza, cinque stelle come i Cinque Stelle. E’ finalmente finita l’epoca del pauperismo più o meno digitale. I parlamentari del partito di Beppe Grillo sono in tour per parlare di Rousseau e fare lezione agli eletti e agli aspiranti eletti del M5s. D’altronde ognuno ha la sua scuola di politica, un tempo c’erano le Frattocchie, adesso il Pd ha ripiegato su Pier Paolo Pasolini, e ancora siam qui che ci chiediamo che c’azzecchi col Pd, e i Cinque Stelle hanno Rousseau. Che è un po’ tutto; associazione, piattaforma per votare, raccoglitore di leggi improbabili proposte dai cittadini. C’è Max Bugani, nuovo sociologo dei media, che spiega che “gli atti più condivisi sono gli atti migliori” (la dittatura del like è pronta), c’è Danilo Toninelli che tiene un comizio, e si vede che ormai è rodato dopo quasi cinque anni in Parlamento, dice che come la democrazia diretta nessuno mai, c’è Alfonso Bonafede, che è responsabile del settore “Lo scudo della Rete”, che patrocinerà, si legge su un depliant distribuito in sala, “alcune cause grazie al fondo costituito da donazioni volontarie. Periodicamente, per ogni causa, verrà comunicato l’avanzamento processuale”.

 


Max Bugani, sul palco dell'incontro del M5s all'Hotel Tower Plaza   


    

Toninelli si lancia in un’intemerata contro il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, che in un’intervista al Foglio qualche settimana fa aveva attaccato la “democrazia del clic”. Toninelli non lo cita ma utilizza direttamente la sua espressione: “La democrazia digitale è già il futuro. Loro la vedono come la democrazia dei clic, ma è uno strumento d’aggregazione. Chi dice ‘democrazia del clic’ non è in grado di riempire una sala come questa (no, non è piena, ndr) come abbiamo fatto noi in quattro quattr’otto, senza chiedere soldi pubblici, senza far pagar due euro. Il clic è il modo in cui quando ci siamo confrontati e abbiamo condiviso dei contenuti e dei progetto è il momento in cui culminiamo nella decisione collettiva. Noi ci riuniamo, condividiamo con lo sharing e poi decidiamo tutti. Cosa devi fare, fare una fila infinita davanti a un gazebo? Ci sono degli strumenti che l’evoluzione dell’intelligenza umana e collettiva ci ha dato. Ed è quella di Internet”. Bingo!

 

Ma la parte più interessante è quella di Andrea Colletti, avvocato-deputato, che insegna al pubblico – non molto per la verità, e dire che l’iniziativa è regionale – come si presentano gli esposti. “Voi siete dei segnalatori”, dice Colletti, che spiega agli astanti come funziona l’Anac (“L’Anac può fare quello che gli pare e il suo capo può dire quello che gli pare”) e cosa devono fare se vogliono presentare un esposto in procura. A fine serata c’è pure l’attestato: “Si attesta che… ha partecipato all’incontro di formazione dal titolo ‘Esposti e ricorsi: indicazioni utili’. Relatore Avv. Andrea Colletti”.

 


I test di valutazione di fine serata

 

C’è anche un test di valutazione ex-post: “Nel caso di abuso d’ufficio, il dolo diretto è facilmente dimostrabile in giudizio” (vero/falso); “L’esposto alla Procura della Repubblica è quell’atto al seguito del quale l’Autorità di pubblica Sicurezza interviene in caso di dissidi tra un privato e una pubblica amministrazione” (vero/falso); “L’azione erariale innanzi alla Corte dei Conti si prescrive nel termine di 5 anni (vero/falso)”; “Per il procedimento innanzi alla Corte dei Conti, l’attività istruttoria è utile ai fini dell’acquisizione degli elementi necessari all’esercizio dell’azione erariale (vero/falso)”.

 


Test di valutazione e attestato finale, per concludere il "corso" intensivo dei Cinque stelle


 

Tra i presenti in sala ci sono anche aspiranti parlamentari e il candidato sindaco Gabriele Amore (il prossimo anno a Pisa si vota alle amministrative), avvocato pure lui, quindi il corso per fare gli esposti è nel suo caso superfluo. Ma l’espostologia non è roba da Pd in cerca di pubblicità? Così ci pareva d’aver capito ascoltando proprio Toninelli nei giorni scorsi, dopo l’avviso di garanzia per falso in atto pubblico piovuto sulla testa di Chiara Appendino: “Lo schema di gioco è sotto gli occhi di tutti: il Pd presenta esposti e i media partono con i titoloni. E’ raccapricciante osservare come i giornalisti invece di fare i cani da guardia del potere, facciano i cagnolini scodinzolanti del Pd”. Si vede che se gli esposti li presentano i Cinque stelle sono meno raccapriccianti.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.