"Non puniremo chi colleziona busti di Mussolini”. Parla Fiano

Francesco Maselli

Il deputato Pd risponde alle polemiche sulla sua proposta di legge sull'introduzione del reato di propaganda fascista: “Non voglio colpire un'opinione”

Emanuele Fiano è il primo firmatario della proposta di legge sull’introduzione del reato di propaganda fascista, presentata alla camera la settimana scorsa. Il ddl ha generato molte polemiche: alcuni, come il Movimento 5 stelle, hanno definito la norma “liberticida”, altri hanno sollevato dubbi sulla sua necessità. Serve davvero un nuovo reato che punisce un’azione vaga come la propaganda? Il Foglio ha intervistato l’onorevole Fiano per capire meglio a cosa serve la legge e quali sono le sue motivazioni.

 

Cosa risponde a chi critica la legge perché rischia di punire un’opinione, magari odiosa, ma pur sempre un’opinione?

La mia legge non punisce un reato di opinione ma solo la propaganda. Partiamo dalla legislazione vigente, cioè la legge Scelba e la legge Mancino. La legge Scelba nasce come attuazione della disciplina finale e transitoria della Costituzione che prevede solo il divieto della ricostituzione del partito fascista. La legge Mancino invece è più ampia, e prevede la pena per chi diffonde idee discriminatorie. Ma entrambe sono leggi datate, non tengono conto del fatto che oggi la propaganda si fa in un altro modo, non più con una manifestazione, con un articolo di giornale o con un comizio, ma magari tramite internet. Su Facebook si aprono dalle 30 alle 40 pagine al giorno che diffondono idee che si richiamano al nazifascismo. Per questo abbiamo sentito il bisogno di aggiornare la normativa e renderla più aderente alla realtà in cui viviamo. Inoltre il reato è inserito nel codice penale, visto che al momento il codice è sprovvisto di un reato di questo tipo.

 

Non le pare che in questo modo si rischi di punire comportamenti certamente stupidi, ma non pericolosi? Facciamo l’esempio del gestore del lido di Chioggia: quel signore è pericoloso oppure sta semplicemente cercando pubblicità con dei comportamenti folkloristici?

Non conosco il caso specifico da lei citato, ho letto qualcosa sui giornali ma non ho approfondito. Però mi pare che non sia questo il punto, e le faccio degli esempi in modo che la motivazione dietro alla legge possa essere più chiara. Una pagina Facebook riproduceva un discorso di Goebbels che accusava il popolo ebraico di essere responsabile della crisi economica. Goebbels si riferiva agli anni ’30 ovviamente, ma la pagina utilizzava questi estratti e li applicava alla realtà di oggi. Le sembra una cosa da lasciar passare? E’ un’opinione oppure è propaganda di idee pericolose e incitamento a comportarsi di conseguenza? Segnalo, tra l’altro, che questi atti sono già puniti, quello che fa la mia legge è semplicemente aggiornare la normativa e inserirla nel codice penale. E voglio che questo sia chiaro: l’unico verbo citato dalla legge è “propaganda” non “manifestazione di idee”. Se qualcuno sostiene di essere fascista o colleziona busti di Mussolini in casa non è perseguibile, lo è solo se fa propaganda.

 

Non è molto labile il confine tra propaganda e manifestazione delle idee? Come ci si pone rispetto a partiti come CasaPound o Forza Nuova che si ispirano chiaramente al fascismo eppure si candidano alle elezioni? Questa cos’è? Propaganda o manifestazione delle idee?

Guardi che Forza Nuova e CasaPound fanno molta attenzione a non fare propaganda. Ci sono dei casi isolati in cui alcuni membri sono stati sanzionati ma in generale non si è mai punita la libertà di pensiero di questi due movimenti. Se si controlla la giurisprudenza ci si rende conto che esistono delle sentenze in entrambi i sensi, il confine lo tracciano i giudici nelle loro sentenze, e mi pare che questa distinzione sia già stata trovata con successo dalla magistratura.

 

Crede che serva introdurre un reato del genere? Vi aspettate che il fascismo ritorni con il fez e le camicie nere oppure bisogna preoccuparsi di altre manifestazioni di intolleranza?

No, certo che no, nessuno pensa che ci sia, oggi, il pericolo della ricostituzione del Partito nazionale fascista. Non è questo il punto. Però stiamo uscendo da un periodo di grandissima crisi economica che ha generato un terreno fertile per determinate idee, che circolano ancora di più anche grazie al fenomeno dell’immigrazione di massa. C’è un risveglio dei partiti di estrema destra in Europa, basti pensare a quello che succede in Ungheria dove gli alleati di Orbán hanno proposto di istituire un ministero degli ebrei. Punire e rendere più difficile la propaganda di certi programmi politici non mi sembra uno scandalo, ma una difesa legittima della democrazia. Due anni fa abbiamo introdotto il reato di propaganda jihadista, non mi pare che ci sia stata una sollevazione dei pensatori liberali per denunciare un attacco alla libertà di espressione.

 

Mi scusi, però così si rischia di mettere sullo stesso piano il gestore del lido di Chioggia e un jihadista che intende uccidere centinaia di persone perché “infedeli”. Non è un’esagerazione?



Ma no, assolutamente, mica è la stessa cosa. Però le ripeto, tornando all’esempio di Goebbels: secondo voi queste non sono idee pericolose? Purtroppo oggi non esiste più il filtro della scuola, non si ha più coscienza di quale sia la responsabilità enorme che ha avuto gente come Goebbels. Il fatto grave è la diffusione di ideali pericolosi che vengono utilizzati come incitamento all’azione. La Germania, che ha elaborato il nazismo a differenza nostra, non ha paura di sanzionare questi atti e non mi pare che sia un paese meno democratico del nostro. E mi faccia ribadire una cosa: non vogliamo punire un’opinione, voglio che questo sia chiaro; l’obiettivo è responsabilizzare tutti noi.