I rumori di un'alleanza di pancia

Redazione

Euro, vaccini e rom: l’intesa Grillo-Salvini si regge sulle paure viscerali

Lega e M5s insieme al governo? Non è una suggestione nuova, eppure, complice la quasi certa sopravvivenza del sistema proporzionale, l’accordo potrebbe essere meno lontano di quanto le parti vogliano far credere. Le due forze politiche flirtano, appartengono allo stesso fronte del nuovo bipolarismo su cui si stanno strutturando i sistemi politici europei: l’internazionale populista. A gennaio numerosi retroscena raccontavano la “pazza idea” di un’intesa coltivata nelle stanze della Casaleggio Associati, motivata dall’odio comune verso il Pd e da un elettorato che condivide motivazioni simili, come la volontà di far saltare il sistema (“come una scatola di tonno”) e l’euroscetticismo. Nelle ultime settimane, alle posizioni classiche se n’è aggiunta un’altra: l’ambiguità sul tema dei vaccini. Luca Zaia, governatore del Veneto, presenterà ricorso contro il decreto sulle vaccinazioni obbligatorie. Non per mettere in dubbio l’importanza dello strumento – ci mancherebbe – ma per contestare la coercizione. Che poi è la stessa giustificazione del M5s. Le convergenze sono epidemiche in area populista. L’immigrazione, il “tema cogente” per cui, secondo Salvini e Meloni, un’alleanza non sarebbe possibile, è lentamente diventata tema principale della propaganda grillina.

 

 

 

L’elettorato spaventato dalla presunta invasione migratoria esiste, i partner potenziali pure, basta preparare il terreno per un accordo. Quindi via ai luoghi comuni: il premier in pectore Luigi Di Maio mette in guardia sui “taxi del mare”, le ong che utilizzerebbero i salvataggi nel mediterraneo per arricchirsi; Grillo elogia la politica del comune di Roma contro i campi rom; Carlo Sibilia delira su una situazione “ormai insostenibile. Di fronte a un supermercato, nella mia zona in Campania, c’è un signore che chiede l’elemosina: ogni giorno è sempre lì, puntuale. Non è normale, no?”. Virginia Raggi ha comunicato al prefetto di Roma che la sua amministrazione non rispetterà le quote di accoglienza per i rifugiati previste dal ministero dell’Interno, vista “l’evidente pressione migratoria cui è sottoposta Roma”. Sempre con la Lega salviniana ci sarebbe poi l’intesa su un referendum per l’uscita dall’euro. Niente vaccini, niente rom e niente euro: è già l’abbozzo di un programma di governo sovranista. Per realizzarlo basterà formare una coalizione dopo le elezioni. Un “capolavoro” da proporzionale.