Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni (foto LaPresse)

La legge elettorale ricomincia da zero. E ora il governo rischia

Redazione

Il testo delle riforma rinviato in Commissione. Rosato attacca: “Come fa a reggersi una maggioranza in cui Mdp il 40 per cento delle volte vota contro e i rapporti con Ap non sono dei più idilliaci?”

Si ricomincia da zero. Il testo della legge elettorale torna in commissione Affari Costituzionali. La Camera ha votato a favore del rinvio proposto dal Pd con 187 voti di differenza. Lo scontro tra Pd e M5s ha fatto saltare il “patto dei 4” (gli altri partiti sono Lega e Forza Italia) che avrebbe dovuto garantire alla riforma un percorso rapido di approvazione. E ora anche il governo rischia. 

 

Che la situazione fosse irrecuperabile lo si era capito subito dopo “l'incidente” dell'approvazione dell'emendamento di Michaela Biancofiore (Forza Italia) che riguardava l'applicazione della riforma anche nei collegi elettorali del Trentino Alto Adige. Quando il relatore Pd Emanuele Fiano, dopo aver espresso parere negativo alla modifica, aveva emesso la sentenza irrevocabile: “La legge elettorale è morta, e l'hanno uccisa i 5 Stelle”. Ettore Rosato, capogruppo Democratico alla Camera, aveva rincarato la dose: “Leggi elettorali al ribasso non ne facciamo più, verificheremo la situazione ma il problema è molto più grande. La strada del decreto è percorribile teoricamente ma politicamente è un'altra cosa. Non dimentichiamo che dovrebbe essere convertito in Parlamento. Comunque non è all'ordine del giorno”.

 

 

Fatto sta che alla fine Rosato ha deciso di chiedere che il testo venga rinviato in Commissione. Cosa che inevitabilmente allungherà i tempi dell'approvazione. Ma che potrebbe anche aprire le porte ad una crisi di governo. Perché il Pd non attacca solo il M5s. “L'unica valutazione che faccio è come sta insieme la maggioranza di governo - sottolinea Rosato -. Mi chiedo come possa stare insieme una maggioranza di governo dove Mdp il 40 per cento delle volte vota contro e dove i rapporti con Ap non sono dei più idilliaci. Penso al percorso che abbiamo davanti: lo ius soli, il testamento biologico, la legge di bilancio...”.

 

 

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