La Commissione Affari Costituzionali (foto LaPresse)

Elogio del pessimo modello tedesco

Redazione

Il proporzionale non ci piace ma è la ovvia conseguenza del 4 dicembre

Nel giro di pochi giorni, prima alla Camera e poi al Senato, le maggiori forze politiche presenti in Parlamento (Pd, Forza Italia, Movimento 5 stelle, Lega nord) approveranno una nuova legge elettorale ispirata al modello tedesco. La legge prevede una soglia di sbarramento al cinque per cento per tutti i partiti (se non superi il cinque per cento sei fuori sia dalla Camera sia dal Senato) e impone a tutti i partiti di scegliere i propri alleati non prima ma dopo le elezioni. E’ una legge super proporzionale, che mette dunque la rappresentatività su un gradino più importante della governabilità, ed è una legge che, mortificando ogni spirito maggioritario, va contro diversi princìpi che questo giornale sostiene da anni.

 

Eppure, oggi, non possiamo che considerare questa legge, non succulenta, semplicemente perfetta. Perfetta perché è figlia legittima del voto registrato lo scorso 4 dicembre, quando diciannove milioni di persone hanno detto No all’affermazione di un sistema costituzionale che avrebbe permesso al paese non solo di abolire il Cnel ma anche di abbracciare in modo definitivo un sistema di governance politica ultra maggioritaria.

 

Chi oggi piange per la governabilità perduta farebbe bene a non farci ridere, a smetterla di lagnarsi e accettare serenamente, con un sorriso, la conseguenza naturale della vittoria del No: l’ostilità contro “l’uomo solo al comando” ha portato al trionfo del suo contrario, alla repubblica parlamentare, ai partitini, agli inciucini, ai caminetti, al Cencelli, al ritorno del governo dei giudici e delle burocrazie, e non ci si può dunque stupire se questo Parlamento sia pronto quasi all’unanimità a dare l’ok a un sistema elettorale che punta a uccidere ogni sogno maggioritario e che punta prima di tutto a non far vincere nessuno (e si capisce che i mercati siano spaventati, vedi il crollo di ieri della Borsa di Milano, per un sistema che premia la rappresentatività e non la governabilità). E’ naturale che sia così, non c’è nulla di scandaloso e anche se può non piacere se la volontà popolare è questa non si può che accettare.

 

Diciannove milioni di persone hanno detto No all’unica proposta possibile per avere garantita omogeneità e governabilità, ovvero togliere la fiducia al Senato e rendere compatibile con il sistema costituzionale una legge elettorale a doppio turno. Ma per lo meno sappiamo che grazie a questo nuovo combinato disposto – fine del maggioritario, ritorno al proporzionale – non c’è alcuna possibilità che arrivi una forma di fascismo alla guida del paese. E’ quello che ha promosso D’Alema pochi giorni prima del referendum, un secondo prima di ribadire che in caso di vittoria del No sarebbero stati sufficienti sei mesi per fare una magnifica riforma capace di semplificare in un battibaleno il sistema istituzionale italiano. Possiamo stare tranquilli, vero Max?

Di più su questi argomenti: