Renzi, Emiliano e Orlando durante il confronto su Sky

I temi decisivi grandi assenti del confronto tra Renzi, Emiliano e Orlando

Redazione

I candidati alla segreteria del Pd non hanno minimamente affrontato la questione della collocazione dell'Italia rispetto ai conflitti e alle tensioni internazionali

Sarà forse per l’impostazione volutamente naif della conduzione, ma il confronto televisivo tra i candidati alla segreteria del Partito democratico ha evitato accuratamente di affrontare temi decisivi, come quelli del posizionamento dell’Italia in un panorama internazionale denso di novità che richiedono letture, interpretazioni e risposte tutt’altro che scontate. Del cambiamento della politica americana, per esempio, non si è parlato affatto, se non per un accenno alle ipotetiche influenze russe sul voto. Su questo tema minore, peraltro, è curioso osservare che sono i candidati più vicini alla tradizione comunista, che di influenze russe ne ha subite parecchie, a stracciarsi le vesti per il “tradimento”. Si è parlato dell’immigrazione, ma non si è fatto cenno alla questione libica, all’influenza egiziana sull’area di Tobruk, che rischia di far fallire il progetto di stabilizzazione promosso dall’Italia. Neppure il problema delle relazioni con la Turchia e più in generale quelli del medio oriente e in particolare della Siria hanno trovato spazio, nonostante l’evidente concatenazione tra le tensioni in quell’area e le conseguenze, migratorie e terroristiche, sulla situazione europea e Italiana. Neppure le pur recentissime presidenziali francesi, su cui pure alla vigilia del voto i candidati del Pd avevano espresso appoggi divergenti, hanno acceso il confronto.

 

 

Eppure nella storia della sinistra (e non solo della sinistra) italiana la collocazione rispetto ai conflitti e alle tensioni internazionali è sempre stata la questione dirimente. Lo si è intuito persino nella scelta dei poster giovanili, dal Salvador Allende di Orlando al Bob Kennedy di Matteo Renzi. Aver espunto dalla discussione proprio questo orizzonte, relegandolo solo alle nostalgie, proprio in una fase in cui il panorama internazionale si presenta particolarmente incerto e minaccioso, non è stato soltanto l’effetto di una scelta di stile giornalistico, ha rappresentato l’amputazione di un elemento fondamentale della realtà politica.