Giravolte a Torino: tutto il cemento di Appendino

David Allegranti

Il sindaco M5s del capoluogo piemontese dimentica quanto è “drammatica” la cementificazione e dà l’ok al tredicesimo centro commerciale

Roma. “Torino è una città che, nonostante la continua e drammatica cementificazione, conta circa 50 mila alloggi sfitti, 10 mila richieste di case popolari non soddisfatte e oltre 4.500 sfratti per morosità solo nell’ultimo anno. Torino, infatti, detiene il triste record di seconda città italiana per numero di sfratti in rapporto alla popolazione…”. Per Chiara Appendino la cementificazione era “drammatica”. Almeno in campagna elettorale. Poi ha vinto le elezioni, è diventata sindaco e ha scoperto il fascino delle costruzioni. Dunque è passata dal “basta centri commerciali” ad autorizzarne tredici, tra cui un nuovo Esselunga in corso Bramante, il terzo in città.

 

“L’urbanistica porta soldi”, ha detto il vicesindaco Guido Montanari, che ha la delega all’Urbanistica. Salvo precisare che si tratta di “operazioni che abbiamo trovato in essere”, tranne una, l’apertura di Bricoman in corso Romania. In passato il Pd era stato accusato di essere il partito della cementificazioni. “Guardi, neanche noi avremmo saputo far meglio”, dice al Foglio il capogruppo del Pd in comune ed ex assessore all’Urbanistica della giunta Fassino, Stefano Lo Russo. “Nel Pd i maldipancia erano più forti”.

 

Lo Russo, che è anche docente al Politecnico di Torino, ha calcolato quanto spazio occuperanno i nuovi supermercati nel capoluogo piemontese. “Stop ai supermercati. Tutela del piccolo commercio e dei mercati. Stop a nuove case. Questi i proclami elettorali di Appendino e del M5s. Avete presente Piazza San Carlo? Ecco, moltiplicatela per undici e aggiungetene un pezzo. Questa è la superficie di supermercati e altre destinazioni commerciali che dovrà essere sviluppata entro la fine del 2017 per far sì che il bilancio di Appendino e del suo fido vice Montanari possa pareggiare. Non solo. Adesso moltiplicatela per tre ed ecco la superficie dei nuovi alloggi in arrivo. Ora, per la carità, coerenza, dignità personale e credibilità sono caratteristiche ormai sempre più rare in politica, ma questi numeri parlano da soli. Soprattutto se si pensa a chi li delibera”. Lo Russo si è divertito a fare un po’ di calcoli. “ I 144.432 metri quadri di nuova superficie commerciale che dovranno essere realizzati entro il 2017 per permettere tale incasso equivalgono, per avere un ordine di grandezza, all’equivalente di 67 (diconsi 67) nuovi supermercati del tipo di Carrefour di corso Rosselli o, se preferite a 24 nuove Ipercoop di via Livorno. Giusto così per avere un parametro dimensionale chiaro di riferimento un po’ più comprensibile. Non male per essere il primo bilancio della stagione grillina. Davvero non male. E meno male che loro erano quelli contro la grande distribuzione. Pensate fossero stati a favore…”. In effetti nel maggio del 2016, la sindaca aveva spiegato che “il rilancio di Torino passa dalla difesa e dalla tutela delle pmi e del commercio di vicinato, penalizzato dai centri commerciali”. L’amministrazione oggi si difende dicendo che quei soldi sono utili e che comunque era già stato tutto deciso dai precedessori.

 

C’è da capire, poi, come verrà utilizzato quel denaro. Come abbiamo già spiegato sul Foglio, la maggior parte degli oneri di urbanizzazione sarà utilizzata per la spesa corrente. Nel dettaglio, spiega Lo Russo, “va tenuto presente che l’83 per cento delle somme incassate servirà a pagare la spesa corrente, in gran parte le bollette di Iren”, multiutility che opera anche nei settori dell’energia elettrica e con la quale il Comune di Torino ha un contratto di servizio. A bilancio dunque sono stati iscritti 144.432 metri quadri superfici registrate come Aspi, cioè Attività servizio persone e imprese, tra cui il commercio, e 38.126 metri quadri iscritti a residenza. Il bilancio prevede 44.149.124 euro di entrate complessive, di cui 36.661.949 euro, pari all’83 per cento, impiegati per la spesa corrente. L’amministrazione ha detto che gli oneri di urbanizzazione serviranno per le “manutenzioni”, così si legge anche nella nota integrativa al bilancio di previsione. In realtà, dice Lo Russo, questi soldi “non serviranno ad asfaltare le strade o per il verde. Su 36,6 milioni solo 1,4 sono per la manutenzione della viabilità, 1,5 per il verde mentre ben 24,6 servono per le bollette di Iren. Quindi, cari torinesi, non illudetevi, al limite non staremo al buio (forse) ma le buche certamente non le ripareremo tutte”.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.