Pippo Civati (foto LaPresse)

Civati ci dice perché la sinistra punta sul modello Pizzarotti

David Allegranti

"Alle politiche vorrei una lista autonoma dal Pd, con tutti gli altri dentro: da Bersani fino al sindaco di Parma. E' possibile"

Roma. Un’alleanza fra la sinistra ecologista e liberale e chi ha lasciato il M5s, a partire da Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, e da Alternativa Libera, il gruppo di Massimo Artini? “E’ Possibile”, dice al Foglio Pippo Civati, che da settimane sta lavorando a un accordo fra il suo partito e le associazioni civiche costituite da ex iscritti e parlamentari grillini per presentarsi alle prossime amministrative. “Con i fuoriusciti stiamo lavorando per le elezioni a Genova, La Spezia e Parma. Lo stesso a Verona. Insomma, dappertutto. L’importante è che ciascuno rinunci a un po’ del proprio purismo”, spiega Civati, convinto che ci sia uno spazio sul territorio per unire le forze con i fuoriusciti dal Movimento.

 

Il caso di Genova, città di Beppe Grillo, è significativo e potrebbe essere il laboratorio di questa alleanza fra Possibile e la neonata Effetto Genova (che prende il nome dalla lista di Pizzarotti a Parma) già in consiglio comunale, in attesa di capire poi che cosa voglia fare Marika Cassimatis, la candidata cui Grillo ha tolto il simbolo, annullando così il risultato delle “comunarie” a Cinque Stelle. Insomma, piano piano si sta strutturando una rete a livello locale, che Civati sta monitorando attentamente. “A Genova e La Spezia i nomi sono, rispettivamente, quelli di Paolo Putti, ex candidato sindaco, e Francesco Battistini, consigliere regionale, che Grillo ha buttato fuori perché facevano iniziative con me”. Ai tempi della campagna elettorale per il referendum costituzionale, Civati li aveva invitati ad alcune iniziative a sostegno del No, “un fatto inaccettabile per il purismo a Cinque Stelle”.

 

“L’idea – dice Civati – è costituire un’alleanza che metta insieme il civismo ex grillino più la nostra sinistra liberale, e i pezzi che rimangono di Sinistra Italiana”. A Parma le cose sono più complicate perché Pizzarotti ha piazzato qualche paletto sul cammino. Anzitutto, non vuole simboli di partito. I candidati di Civati dunque starebbero nella lista di Pizzarotti, e a Civati sta bene. “In chiave nazionale – dice Civati al Foglio – la cosa interessante è ci sia una sinistra che non è quella identitaria, da cartolina, che interloquisce con le forze civiche che vantano un’esperienza amministrativa e che preservano un messaggio meno settario dei grillini. Un messaggio nel quale stanno insieme la legalità e l’ambientalismo ma senza le sovrastrutture del decisionismo, del verticismo e dell’opacità del M5s”. Le alleanze sul territorio dunque non destano preoccupazioni; il problema è in Parlamento, dove Possibile e Sinistra Italiana hanno recentemente trovato un accordo. Alternativa Libera però non vuole unirsi agli ex parlamentari del Pd. “L’affinità che vedo con Possibile, con cui non ho alcun problema a livello programmatico, non la vedo con altri”, dice al Foglio il leader di AL, Artini (intervista sotto). Civati invece ci crede. “Sarebbe bello costruire il fronte unitario con i fuorisciti del M5s anche in Parlamento e su questo lavoreremo nelle prossime settimane. Anche perché stanno saltando tutte le case matte, specie quella del Pd, che è molto matta. C’è davvero spazio per un’operazione che parli a un pezzo del paese. Per questo il civismo è importante, perché l’assetto Ds da solo non basta”. Civati alle elezioni politiche vorrebbe realizzare una lista unica, “un campo unitario di forze, autonomo dal Pd”. Un campo largo, dice l’ex deputato del Pd, in cui ci stiano lui, Fratoianni, Bersani e Pizzarotti. Insomma, “da Bersani a Che Guevara, anche se sono convinto che altra gente uscirà dal Pd, come Francesco Boccia”. Basta solo aspettare le primarie del 30 aprile.

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.