Ugo Forello, candidato sindaco di Palermo per il M5s (Foto LaPresse)

Palermo come Roma? Volano stracci siciliani a Cinque stelle

Marianna Rizzini

Il deputato Riccardo Nuti, sospeso dal M5s per via dell’inchiesta sulle firme false, scarica il candidato sindaco Ugo Forello

Roma. Il cono di luce illumina la Roma delle discordie incrociate, tra direzione del Pd e caso “Berdini-Raggi”, e però intanto nell’ombra, più a sud, va in scena un altro volo di stracci a Cinque stelle. Non c’è pace infatti in quel di Palermo, dove la chiusura dell’indagine sulle firme false del 2012, con 14 militanti ed eletti che rischiano di finire sotto processo, ha avuto l’effetto collaterale di scoperchiare l’ennesima verità scomoda per il Movimento che voleva sentirsi e vedersi compatto a tutti i costi e si scopre fatto della materia di cui sono fatti gli altri: le correnti esistono (a Roma come a Palermo), e la mancanza di esperienza politica rende la cosa ancora più traumatica e foriera di inciampi. Più ci si ostina ad autodescriversi come un corpaccione concorde di “uno vale uno”, infatti, più il malumore si incanala in piccoli rivoli di veleno, per giunta visibili su Facebook.

 

E proprio su Facebook, infatti, ieri, il deputato Riccardo Nuti, sospeso dal M5s per via dell’inchiesta sulle firme false, rispondendo a un’attivista che gli chiedeva “giocate a fare le correnti?”, rispondeva scaricando pubblicamente l’attuale candidato sindaco di M5s, Ugo Forello, scelto online dopo lungo scontro sottotraccia tra attivisti, deputati nazionali, deputati dell’Ars e persino parenti (a un certo punto sono spuntate faide tra cognati e fratelli). “… In questa tornata non c’è il Movimento cinque stelle, inutile far finta di nulla…”, ha scritto ieri Nuti, per il quale non esistono “correnti” o “giochi”, ma soltanto la dirimente (per lui) domanda retorica: “… Possiamo mai appoggiare persone che il M5s ha attaccato in commissione Antimafia nel 2014? Possiamo mai appoggiare la stessa persona che abbiamo denunciato alla procura con un esposto?…”.  

 

Eh sì, perché nel balletto di dubbi attorno al tema “chi ha sobillato chi?” sul tema firme false – con Nuti accusato di aver ispirato la presunta “copiatura” su cui si indaga nell’inchiesta (per cercare di “rimediare” a un errore sulla data di nascita di un candidato del Movimento, sotto il cui nome i cittadini avevano appunto già firmato) – il controcanto di attivisti anti-Forello accusa Forello di aver “pilotato” le dichiarazioni della deputata regionale “pentita” Claudia La Rocca (dalle cui dichiarazioni è partita l’inchiesta). E non è soltanto un’accusa su Facebook: Nuti, con Claudia Mannino e Giulia Di Vita, deputate indagate e sospese di M5s, hanno presentato infatti in Procura un esposto contro il candidato sindaco, sospetto “manovratore” di La Rocca. “Se uno si mette la maglietta del M5s”, dice Nuti, “mica significa che lo è veramente…”. L’avversione viene da lontano, e cioè da quando, qualche mese fa, il deputato a Cinque Stelle Francesco D’Uva, capogruppo del M5s all’Antimafia, aveva fatto balenare l’esistenza di un possibile conflitto d’interessi di Forello (retrospettivo, e cioè relativo al periodo in cui Forello guidava l’associazione Antimafia “Addiopizzo”). La sua candidatura alle Comunarie è “inopportuna”, diceva D’Uva: “… Ribadisco solo quanto già affermato al termine di una seduta dell’Antimafia del giugno 2014… in quell’occasione segnalai il potenziale conflitto di interessi dei legali di Addiopizzo, che da un lato siedono nell’organismo che dà il via libera ai fondi per le vittime dell’usura e dall’altro difendono le stesse vittime… non pongo il tema solo per Forello: bisogna premiare chi ha fatto un lungo percorso e non il nome altisonante…”. E anche se Forello al momento guarda e passa, annunciando per giovedì prossimo una “passeggiata nel centro storico” di Palermo per incontrare i cittadini, la spaccatura non fa volare la speranza di chi, nel Movimento, già sognava la conquista della presidenza della regione (con Giancarlo Cancelleri, oggi deputato all’Ars). “Finiremo come a Roma?”, è l’interrogativo che serpeggia non soltanto sulle bacheche, tantopiù che ieri a Roma si profilava l’ennesimo intoppo, con gli attivisti che chiedevano a Beppe Grillo di votare online sul tema “stadio della Roma sì o no?”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.